“La contrattazione è lo strumento con cui si migliorano le condizioni di vita delle persone, si difendono e si acquisiscono nuovi diritti, si avanza come classe lavoratrice”. È iniziato con queste parole l’intervento di Giovanni Mininni, segretario generale Flai Cgil, dal palco di Bologna per l’Assemblea nazionale sulla contrattazione.

Questa, ha proseguito, è la “carne viva dell'azione del sindacato”, ma è anche uno “strumento di lotta politica per il cambiamento”. Da Mininni, dunque, giunge un forte apprezzamento alla decisione della Cgil di “darsi un coordinamento delle politiche contrattuali tra le categorie con la regia della Confederazione, proprio perché, per trasformare la società in cui viviamo, si ha bisogno di una visione generale più ampia”.

Il leader della Flai ha poi rimarcato che contrattare significa anche essere “pronti al conflitto, perché non esiste alcun automatismo secondo il quale un contratto si rinnova di iniziativa propria e in maniera scontata. Contano tantissimo, invece, i rapporti di forza, perché ogni trattativa è la risultante di rapporti di forze esercitati al tavolo o con il conflitto”.

Venendo allo specifico del proprio settore, Mininni ha sottolineato che Confindustria, pur “avendo firmato con noi accordi per la limitazione dei contratti, ha dato vita, per loro problemi interni, a una nuova associazione, chiamata Confindustria alimentare, che ‘naturalmente’ ha subito chiesto un contratto ad hoc”.

Il segretario generale Flai si è poi concentrato sul tema del salario, affermando che “il governo si deve spendere se vuole salvare i salari da un'inflazione che cresce sempre di più”. Ha aggiunto, però, che le regole attuali sono troppo rigide: “Abbiamo chiuso le piattaforme con la previsione che l'inflazione scendesse, ma oggi abbiamo già contratti che si aprono, dopo aver presentato la piattaforma, che stanno ormai sotto l'inflazione”.

Mininni, infine, ha citato l’esigenza di ridurre l’orario di lavoro (“erano più di vent’anni che nelle nostre piattaforme non ne parlavamo, con la digitalizzazione in atto è uno strumento da mettere a disposizione”), per poi concludere sollecitando la Cgil a mettere in campo “una forte iniziativa affinché si impedisca alle imprese di poter fare shopping contrattuale, contrastando così questa deriva che si sta imponendo”.

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