Un aumento di 280 euro mensili e l’incremento a 700 euro annui dell’elemento perequativo per le imprese che non hanno contrattazione aziendale. Un welfare integrativo più sostanzioso ed esteso, la riduzione dell’orario di lavoro, normative più stringenti su appalti e salute e sicurezza, il ricorso sempre più limitato alle forme di lavoro precarie e maggiori prospettive di stabilizzazione.

Sono questi i principali contenuti della piattaforma di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per il rinnovo del Ccnl Federmeccanica–Assistal, che scadrà il 30 giugno prossimo, presentata oggi (martedì 20 febbraio) a Roma alla presenza dei segretari generali delle tre categorie. Il contratto, è bene ricordarlo, riguarda oltre un milione e mezzo di lavoratori e lavoratrici, presenti in 30 mila aziende che nel 2022 hanno prodotto l’8% del Pil italiano.

“È frutto di un lavoro collettivo che è partito dall’ascolto, ed è ora la nostra bandiera di rivendicazione verso le imprese”, spiega il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma: “Il contratto nazionale è la nostra Costituzione sul lavoro. Dobbiamo promuoverlo perché lì ci sono i nostri diritti fondamentali e inviolabili, e dobbiamo sempre applicarli. Grazie alle delegate e ai delegati che ogni giorno, oltre al lavoro, dedicano intelligenza, forza ed energie per affermare i diritti di tutte e di tutti”.

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Un rinnovo, si legge nel documento, che si colloca “in una fase storica caratterizzata dalla transizione ecologica, digitale e dell’intelligenza artificiale, che richiedono soluzioni socialmente eque, riducendo le disparità e tutelando sempre meglio il mondo del lavoro industriale”.

Si colloca, inoltre, in un contesto difficile, segnato da guerre, tensioni geopolitiche e inflazionistiche. “A maggior ragione – precisano i sindacati – le richieste presentate rappresentano un elemento di coesione, di equità e d’innovazione che un rinnovo contrattuale come quello dei metalmeccanici ha da sempre come obiettivo”.

La piattaforma di Fiom, Fim e Uilm è molto articolata e tocca numerosi temi. Per comprensibilità dell’esposizione abbiamo scelto e sintetizzato quelli a nostro giudizio più dirimenti. Per tutti gli altri aspetti della piattaforma, rimandiamo alla lettura del pdf.

Salario

La richiesta di aumento, relativa al periodo di vigenza 2024-2027, è di 280 euro al livello C3 (ex-5°categoria) sul trattamento economico minimo, con l'analoga rivalutazione dei trattamenti di trasferta e di reperibilità.

I sindacati rilevano anche che “la pratica degli assorbimenti dei superminimi individuali in caso di aumenti contrattuali ha dimostrato di comprimere le retribuzioni reali e di vanificare, nei fatti, gli esiti dei rinnovi contrattuali”. Da qui la richiesta di “rivedere la norma che consente alle aziende di procedere con gli assorbimenti degli aumenti del Ccnl attraverso i superminimi individuali perché non più adeguata”.

L'istituto dell'elemento perequativo, introdotto dal 2008, riscontra un'applicazione molto limitata. Fiom, Fim e Uilm chiedono “d'incrementare a 700 euro l'importo annuo e di modificare i criteri di erogazione affinché sia realmente riconosciuto alle lavoratrici e ai lavoratori che dipendono da imprese che non hanno in vigore un premio di risultato o analoghe voci retributive derivanti dalla contrattazione collettiva aziendale”.

Welfare integrativo

Fiom, Fim e Uil chiedono anzitutto un aumento dell’importo dei flexible benefits a 250 euro annui e l’istituzione di una “piattaforma metalmeccanica welfare” unica nazionale, a gestione delle parti, per garantire a tutti la possibile conversione del premio di risultato in welfare, con ulteriori convenzioni e forme di sostegno ai dipendenti.

Riguardo MètaSalute, si sollecita l’adeguamento progressivo del contributo mensile a carico aziendale di 4 euro a dipendente, finalizzato a sviluppare prestazioni di carattere integrativo e mutualistico erogate dal Fondo sanitario.

Per il Fondo previdenziale Cometa si chiede di “prevedere forme di premialità straordinarie per i nuovi aderenti, accompagnate da campagne informative”. Va anche prevista “la contribuzione aziendale al Fondo anche per i periodi di non attività lavorativa o di sospensione del rapporto di lavoro per qualsiasi causa”.

Infine MetApprendo: al fine di sviluppare ulteriormente la piattaforma come strumento utile per la formazione professionale, occorre definire anche per questo rinnovo soluzioni che ne consolidino il funzionamento.

Riduzione dell’orario di lavoro

La riduzione dell'orario e la sua rimodulazione (telelavoro, lavoro agile) sono già state parzialmente realizzate nella contrattazione di secondo livello in Italia e in altri Paesi europei, attraverso un maggior utilizzo degli impianti, nuove turnistiche e recupero di efficienza.

Per le tre sigle metalmeccaniche è ora è fondamentale “sperimentarla, estenderla e consolidarla nel Ccnl, anche al fine di migliorare la qualità e l'attrattività nei confronti delle giovani generazioni. Inoltre, è necessario anche perché tali interventi possono migliorare le condizioni di lavoro e ridurre gli infortuni come dichiarato dall'lnail”.

Fiom, Fim e Uilm, dunque, chiedono una riduzione dell'orario di lavoro che implementi quanto già previsto per il lavoro a turni e che si applichi anche in settori/aziende coinvolti in processi di transizione, riorganizzazione o crisi e di consistente riqualificazione professionale. Chiedono, altresì, che si avvii una fase di sperimentazione contrattuale con l'obiettivo di raggiungere progressivamente una riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore settimanali, facendo salve le intese aziendali esistenti.

Ambiente, salute e sicurezza

Per i sindacati è centrale che negli incontri periodici tra Rspp e Rls si discuta, alla presenza anche di direzione aziendale e Rsu, delle tematiche ambientali (emissioni in atmosfera, gestione dei rifiuti, acque di scarico, impatto energetico), individuando e sviluppando specifici progetti di sostenibilità ambientale che coinvolgano i lavoratori.

Fiom, Fim e Uilm chiedono sia l’incremento di 36 ore del permesso retribuito per ogni Rls, sia l’individuazione di specifiche soluzioni per l’evidente problema di rappresentanza che esiste nelle piccole realtà dove non è insediato l’Rls.

Infine, occorre prevedere che “nei casi di infortunio e di mancato infortunio, nell’ambito del reparto/ufficio, il break formativo sia attivato entro le 48 ore su richiesta di Rsu, Rls o Rspp. Nelle aziende con più di 200 dipendenti si richiede comunque siano previste almeno tre convocazioni annue”.

Occupazione e mercato del lavoro

Per i sindacati va confermato che i contratti a tempo indeterminato e di apprendistato rimangono le principali forme di assunzione. Va inoltre “rafforzato e diffuso l'utilizzo del contratto di apprendistato duale per irrobustire la sinergia tra scuola e lavoro e l'aumento della presenza di giovani con competenze nel settore metalmeccanico”. È necessario prevedere una serie di regole che in determinate circostanze non solo limitino il ricorso alle diverse forme di lavoro flessibile non a tempo indeterminato, ma che consentano anche una loro stabilizzazione nel tempo.

Vanno anche “individuate norme contrattuali utili a limitare il turn-over dei lavoratori a termine attraverso l’esercizio del diritto di precedenza a parità di mansioni equivalenti”. E va definita “una percentuale massima di utilizzo, riferita a ogni unità produttiva, per tutti i rapporti di lavoro non a tempo indeterminato e staff leasing” (quest’ultimo dovrà riguardare solo le più elevate qualifiche professionali e le attività non di carattere strutturale).

Viste le recenti modifiche legislative diventa “indispensabile definire gli ambiti relativi alle ‘causali’, le modalità e tempi di stabilizzazione nel caso di ricorso ai contratti a termine e/o somministrazione per periodi superiori ai 12 mesi”. Fiom, Fim e Uilm, infine, ritengono “necessario individuare percorsi di stabilizzazione al superamento dei 24 mesi di rapporto di lavoro per i lavoratori con contratti a tempo determinato, in somministrazione a tempo determinato e in staff leasing, anche nei casi di successione di contratti”.

Appalti

Le imprese in appalto operanti nel contesto produttivo inerenti ad attività presenti nel campo di applicazione del contratto dovranno essere tenute all'applicazione del Ccnl metalmeccanico industria.

In caso di cambio di appalto “va garantito il passaggio diretto ai lavoratori assunti nell'appalto alla società subentrante, garantendo le medesime condizioni normative e retributive applicate. Prima della scadenza, l'azienda che cessa l'attività consegnerà a sindacati e Rsu la documentazione relativa al personale assunto ai fini di effettuare un esame congiunto con le due società al fine di garantire la continuità lavorativa di tutti gli occupati”.

Va garantito il diritto all'utilizzo dei servizi comuni alle stesse condizioni previste per i lavoratori dipendenti dell'azienda utilizzatrice, mentre ai lavoratori impiegati nelle attività in appalto e alle loro rappresentanze sindacali dovranno essere riconosciute tutte le agibilità sindacali previste.

De Palma, Fiom Cgil: è il tempo della dignità

“La piattaforma del contratto collettivo nazionale di lavoro dei metalmeccanici è pronta. Nei prossimi giorni incontreremo le lavoratrici e i lavoratori in assemblea per illustrarla e per chiedere loro di approvarla”. Così il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma, commentando il varo della piattaforma per il rinnovo del Ccnl Federmeccanica-Assistal, in scadenza a giugno 2024.

“È frutto di un lavoro collettivo che è partito dall’ascolto, ed è ora la nostra bandiera di rivendicazione verso le imprese”, spiega il leader sindacale: “Il contratto nazionale è la nostra Costituzione sul lavoro. Dobbiamo promuoverlo perché lì ci sono i nostri diritti fondamentali e inviolabili, e dobbiamo sempre applicarli. Grazie alle delegate e ai delegati che ogni giorno, oltre al lavoro, dedicano intelligenza, forza ed energie per affermare i diritti di tutte e di tutti”.

De Palma evidenzia che “il salario, l’orario, il contratto stabile di lavoro, la salute e la sicurezza non sono una concessione dell’impresa o del governo, ma frutto della contrattazione collettiva. I diritti che abbiamo possono aumentare e migliorare solo se ci uniamo e siamo solidali tra di noi. Diversi ma uniti: operai con impiegati, tempi indeterminati con precari, informatici con siderurgici, turnisti e smart worker, donne e uomini”.

Entrando nel merito dei contenuti, il segretario generale Fiom sottolinea che “è ora di aumentare anche i salari: chiediamo 280 euro di aumento sui minimi per tutti senza distinzioni, un premio perequativo per estendere il contratto aziendale dove non c’è”.

È anche ora di “dare stabilità al lavoro, fissando un tempo massimo entro il quale stabilizzare i precari”. Nello stesso tempo è ora sia di “garantire pari diritti e condizioni negli appalti, applicando il contratto nazionale”, sia di “sperimentare riduzioni dell’orario di lavoro per garantire e creare occupazione”.

Per De Palma bisogna anche smetterla “con le chiusure e le delocalizzazioni: vogliamo contrattare i cambiamenti garantendo i posti di lavoro, perché la transizione industriale, ambientale e tecnologica la fanno i metalmeccanici che ricercano, creano, producono, installano”.

Il segretario generale Fiom Cgil così conclude: “Solo se cambiamo il lavoro attraverso il contratto nazionale possiamo cambiare in meglio la società. Non ci vuole una intelligenza artificiale per capire che è il tempo della dignità, e che la dignità la si conquista insieme”.