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“Con la chiusura della prima fase del Chapter 11 si apre per Marelli una nuova e delicata fase. La nuova proprietà, composta da Deutsche Bank e Svp, nei prossimi mesi dovrà lavorare per risanare l'azienda dal forte indebitamento, circa cinque miliardi”. A dirlo sono Samuele Lodi (segretario nazionale Fiom Cgil) e Ciro D’Alessio (coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil).
“Il rischio è che questa ristrutturazione finanziaria possa avere effetti negativi sull'occupazione e la tenuta degli stabilimenti”, proseguono: “Giovedì 31 luglio, durante l'incontro previsto presso il ministero delle Imprese chiederemo alla Marelli garanzie certe rispetto al futuro dell’azienda nel nostro Paese”.
La Fiom, contestualmente, chiederà al governo “di attivare tutti gli strumenti possibili, senza escludere anche una partecipazione diretta nell'azienda, affinché vengano garantite le produzioni, gli investimenti e i livelli occupazionali in tutti i siti italiani”.
Lodi e D’Alessio concludono: “Le lavoratrici e i lavoratori di Marelli hanno già fatto grandi sacrifici per l’utilizzo massiccio di ammortizzatori sociali. Ora sono necessarie risposte dall’azienda e dal governo per garantire lavoro e prospettive di crescita. L’intero settore automotive è strategico per il nostro Paese e deve essere messo in sicurezza con il contributo imprescindibile delle imprese e con scelte oculate del governo in termini di risorse per affrontare la transizione ecologica”.