È stato presentato oggi da Massimo Bonini, Davide Bubbico, Francesco Garibaldo, Francesca Re David, Maurizio Landini, Giuseppe Berta e Gad Lerner a Milano, presso la Società umanitaria, il volume "Lavorare in fabbrica oggi. Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Fca/Cnhi/Marelli”, edito dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, un progetto di ricerca a cura delle Fondazioni Claudio Sabattini e Giuseppe Di Vittorio. Alla redazione del volume hanno partecipato diversi docenti, esperti e ricercatori.

“La prima parte del volume – spiega una nota della Fiom - si focalizza sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti, con una ricerca che è il risultato di circa 10 mila questionari raccolti all’inizio del 2018, ovvero circa il 20% della platea operaia di riferimento dei 54 stabilimenti coinvolti nell’inchiesta. Inoltre, sono state effettuate circa 170 interviste qualitative in 16 stabilimenti con lavoratori e delegati sindacali". L'obiettivo dell'inchiesta è fare un bilancio coinvolgendo i lavoratori, tra iscritti e non iscritti al sindacato, delll’applicazione del World ClassManufacturing (Wcm) e dell’Ergo- Uas.

Dall'inchiesta emerge che negli ultimi anni la percezione dei lavoratori è che le condizioni di lavoro negli stabilimenti di Fca, Cnhi e Marelli sono peggiorate per 6 lavoratori su 10 (il 59,7%). Solo l'11,9% le giudica migliorate. Pesano soprattutto i carichi di lavoro, dei quali il 43,1% dei dipendenti Fca esprime un giudizio negativo a fronte del 9,7% che vede un netto miglioramento. Visti gli alti carichi, i tempi di lavoro sono poco o per nulla sostenibili secondo il 46,2% del campione, ma dobbiamo anche registrare che una parte dei lavoratori ritiene migliorata la situazione ergonomica. È invece interessante constatare come l'obiettivo della partecipazione alla vita aziendale non trova conferma nell'indagine, infatti solo il 22% dichiara di aver preso parte alle riunioni di team.

La seconda parte del volume, spiega ancora il sindacato, è sulla situazione industriale ed economica del gruppo Fca, fino alle prospettive relative alla fusione con Psa. Affronta la trasformazione radicale che sta avvenendo nell'industria dell'auto in Italia e a livello globale dalla propulsione alle nuove tecnologie, mettendo in risalto il ritardo degli investimenti e l'assenza di una politica industriale che dia risposte alle incognite del futuro anche in vista della fusione tra Fca e Psa. Il settore automotive italiano occupa 1,2 milioni di occupati nell’industria e servizi di cui 258.700 nel settore industriale diretto e indiretto, pari all’1,5% di tutta l’attività manifatturiera, e di questi 162.000 in quello diretto. Il fatturato è di 330 miliardi di euro; di questi il settore industriale ne genera 100 pari al 5,9% del Pil.

"Bisogna poi considerare la componentistica con 156.550 addetti e un fatturato di 46,5 miliardi con 22 miliardi di esportazione e un saldo attivo di 6,8 miliardi. Stiamo parlando di uno dei settori chiave dell’industria italiana ed europea, che rappresenta circa il 6% dell’occupazione totale dell’Unione europea, e l’11% di quella manifatturiera. La presentazione di questo volume fa parte di un percorso della Fiom per tenere aperta l’attenzione sui lavoratori del settore automotive”, conclude la nota.