Edicole chiuse oggi (lunedì 28 gennaio) in tutta Italia per lo sciopero indetto da Sinagi (il sindacato dei giornalai affiliato alla Cgil), Snag e Usiagi per protestare contro il mancato rinnovo dell’accordo con gli editori, scaduto da ormai dieci anni. "Le percentuali di remunerazione degli edicolanti sono ferme a più di 15 anni fa e la Fieg non ha ancora iniziato delle serie trattative per il rinnovo, rifiutando il confronto sulla nostra piattaforma, che contiene una serie di proposte economiche essenziali per il futuro della rete di vendita". In occasione dello sciopero si tiene una manifestazione nazionale a Roma, alle ore 10 in piazza Montecitorio; prevista un presidio anche a Modena, alle ore 11 davanti alla sede del Resto del Carlino (in via Carlo Zucchi 31).

Le edicole sono in crisi: sono sempre di più quelle che chiudono, con la conseguente perdita dei posti di lavoro. Lo sviluppo delle piattaforme on line, la riduzione del prezzo medio dei periodici, il cut-price (due riviste al prezzo di una), la politica dei prezzi super scontati degli abbonamenti con sconti fino al 70 per cento (il totale degli abbonati è di poco inferiore al 50 per cento del venduto nelle edicole), stanno causando il consistente abbattimento del guadagno per gli edicolanti. E c'è di più: la Federazione degli editori dei giornali (Fieg) sembra non voler discutere le proposte dei sindacati per mettere in sicurezza la filiera distributiva. L'accordo nazionale che regola i rapporti tra editori ed edicolanti, firmato nel 2005 e scaduto nel 2009, è inadeguato rispetto alla realtà attuale.

"In questi anni hanno chiuso migliaia di edicole e le vendite dei quotidiani e periodici sono calate di oltre il 50 per cento, ma la Fieg rimane indifferente alla crisi della rete di vendita della stampa, che è e rimane un bene prezioso, un presidio importante per il pluralismo e il diritto all’informazione e anche una rete di prossimità con notevoli margini di sviluppo", prosegue il Sinagi: "Gli editori non sembrano interessati a tale rete dedicata all’informazione e non sembrano intenzionati a riconoscere alle edicole il giusto adeguamento delle condizioni economiche. Questo atteggiamento non può più essere tollerato".

"È evidente che, se si vuole conservare una rete dedicata all’informazione, bisogna urgentemente individuare risorse e adeguate remunerazioni", conclude la nota del sindacato degli edicolanti Cgil: "La 'ricetta' della Fieg, invece, è quella di affamare la rete di vendita e dare i giornali a chiunque voglia venderli, sostituendo gli edicolanti alle Poste (abbonamenti in edicola e consegna porta a porta) e ai distributori locali (edicola madre per i punti vendita che i distributori locali non intendono rifornire)".