È stata sospesa il 1° gennaio la produzione nello stabilimento Elcograf di Treviglio (Bergamo). Nei prossimi sei mesi i 95 dipendenti verranno via via trasferiti negli altri tre impianti del gruppo (dislocati tra le province di Milano e Bergamo), ma fino al 30 luglio saranno in cassa integrazione straordinaria. La società editoriale, attiva nel settore della carta stampata, ha anche dichiarato 20 esuberi, le cui modalità sono ancora da definire.

A motivare la decisione del gruppo Pozzoni, proprietario dal 2012 della società, è il forte ridimensionamento del mercato, in particolare quello della stampa a rotativa di rotocalchi (riviste e cataloghi). I dati sono impietosi: nel 2023 la produzione del comparto grafico è diminuita del 22,3%, mentre l'export è sceso del 44%. Una difficoltà che prevede anche 20 licenziamenti, “non ricollocabili neanche in prospettiva” come ha illustrato il direttore generale Maurizio Vercelli, mentre altri 14 dipendenti hanno risolto consensualmente il proprio rapporto di lavoro.

Le preoccupazioni dei sindacati

“Sono molti i dubbi che nutriamo sulla tenuta degli altri siti verso cui si svolgeranno i trasferimenti”, spiegano i segretari generali Tobia Perini (Slc Cgil) e Luca Legramanti (Fistel Cisl) di Bergamo: “I carichi di lavoro sono attualmente davvero bassi, anche negli stabilimenti di Madone e di Bergamo si sta ampiamente facendo ricorso all'ammortizzazione sociale. Il nostro timore è che si stia soltanto posticipando il problema”.

Perini e Legramanti auspicano di “non dover gestire nuovi esuberi a causa di scelte sbagliate di politica industriale e commerciale, considerato che altre aziende del settore mostrano di sapersi accaparrare volumi di commesse maggiori”. E chiedono alla Elcograf di “impegnarsi a trovare nuovi ordini, perché non si può sopravvivere sempre e solo grazie agli ammortizzatori sociali”.

Da anni la Elcograf (che a livello nazionale occupa complessivamente 800 persone) è alle prese con cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) e contratti di solidarietà. In corso sono i pre-pensionamenti realizzati con la legge 416/1981 per i lavoratori dell’editoria. “Nei prossimi mesi – aggiungono i dirigenti sindacali – saranno in 120 a lasciare l’azienda con questa modalità, ma ci chiediamo che destino avranno gli altri nel 2024”.

Nella seconda metà di dicembre i sindacati hanno incontrato le istituzioni locali e i Centri per l’impiego per fare il punto della situazione. “Il nostro obiettivo – concludono – è avviare tutti gli strumenti di politiche attive necessari per riqualificare il personale. A questo proposito, annunciamo che verso la metà di gennaio terremo un’assemblea plenaria con tutti i lavoratori dello stabilimento, centrata sui futuri progetti di formazione”.

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