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“Il ddl approvato in Consiglio dei Ministri, di cui peraltro non si conosce il testo, è l’ennesimo tentativo del Ministro Valditara di spargere un po’ di fumo mediatico per coprire l’incapacità a dare risposte ai docenti e al personale Ata”. Così Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil.
“Evidentemente le condizioni di lavoro del personale della scuola non sono un problema che interessa il ministro, che infatti non si occupa della necessaria stabilizzazione degli oltre 250 mila precari o dall’aumento delle retribuzioni tra le più basse di tutto il pubblico impiego”, sottolinea la dirigente sindacale.
“E invece si occupa dell’arresto obbligatorio in flagranza di delitto non colposo che è già previsto nel nostro ordinamento per tutti: immaginiamo che ‘lo sforzo’ del titolare del dicastero sia stato qualche tipo di allargamento”, aggiunge Fracassi.
“Ma sul tema dell’educazione sessuo-affettiva il ddl contiene l’ennesima compressione della libertà di insegnamento attraverso l’introduzione del consenso preventivo delle famiglie nel secondo ciclo e l’obbligo di seguire i “programmi “nel primo ciclo. E a questo proposito, - continua - le nuove indicazioni nazionali (i programmi non esistono più da tempo), esattamente sull’educazione alla relazione e all’affettività, oltre a non menzionare in alcun modo il tema dell’orientamento e il contrasto all’omotransfobia, definiscono la violenza di genere come ‘triste patologia’”.
“Il ministro cioè – conclude Fracassi - è sempre più interessato a rispondere alle pulsioni reazionarie e arretrate del nostro Paese e non ad affrontare i problemi che riguardano il personale, gli studenti e le famiglie”.