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Fase 2: non è vero che riaprono da subito tutti i cantieri. I “conti” li ha fatti la Fillea Cgil che stima in 200.000 il numero degli operai edili che da oggi (4 maggio) possono tornare a operare in piena sicurezza. Questo perché “solo il 30% dei cantieri operativi il 28 febbraio - nello specifico i grandi cantieri pubblici e qualche significativo cantiere privato di grandi dimensioni, diversi dei quali non si sono mai fermati - hanno già riorganizzato il proprio lavoro per rispettare i protocolli anti Covid”, spiega Alessandro Genovesi, segretario generale della categoria degli edili della Cgil.
Resta il fatto che i prossimi giorni saranno fondamentali. Per Genovesi si tratta innanzitutto di “sostenere le imprese e i lavoratori con la necessaria informazione e assistenza, con formazione specifica e facendosi carico, come committenza pubblica e privata, dei maggiori costi per la sicurezza che si dovranno sostenere. Su questo, chiediamo ad Anas a Comuni e Regioni fino agli stessi committenti privati, di farsi carico senza polemiche delle legittime richieste di aumento costi che verranno dalle imprese e dalle stesse parti sociali dell’edilizia che con i Cpt, i Rlst e tutto il sistema bilaterale saranno accanto a lavoratori e imprese per la necessaria opera di sostegno.”
Ma questo non basta. La legge, infatti, (articolo 2 c. 6 del Dpcm 26 Aprile) prescrive l’obbligo di insediare da subito i Comitati di cantiere nelle grandi realtà dove vi sono Rsu e Rls e, soprattutto, i Comitati territoriali in ogni provincia, visto che la stragrande maggioranza delle aziende sono di piccole dimensioni e prive di rappresentanti sindacali in grado di monitorare e verificare che tutto il lavoro riparta in sicurezza.
“Le aziende edili - prosegue il sindacalista - sono infatti chiamate a rispettare per i cantieri privati il protocollo interconfederale del 24 Aprile sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil che integra il protocollo del settore del 24 marzo e in tutti gli appalti pubblici, grandi e piccoli, la specifica intesa sottoscritta da Mit, ministero del Lavoro, stazioni appaltanti pubbliche e parti sociali, anche essa recepita nel Dpcm”.
Il ruolo attivo dei Comitati per la gestione di questa fase sarà molto importante. Si illude chi crede che tutto sarà come prima. Cambieranno le modalità di trasporto da e per il cantiere, gli orari di lavoro, i carichi, le entrate e uscite, dovranno essere riorganizzati gli spazi comuni, dalle mense agli spogliatoi e si dovranno favorire, soprattutto nei piccoli cantieri e nelle aziende artigiane il corretto uso dei Dpi e di tutti gli accorgimenti utili a contrastare la diffusione del Covid.
“I Comitati dovranno verificare ma soprattutto sostenere un cambiamento importante nelle modalità di lavoro, da fare tutti insieme, datori e operai, impiegati e tecnici, perché la sicurezza non ammette deroghe o superficialità. Il settore dell’edilizia ha una buona tradizione di relazioni industriali e un ottimo sistema bilaterale”, sottolinea il leader della Fillea.
E si apre un grande spazio, nell’emergenza, per il ruolo propositivo delle organizzazioni dei lavoratori. “Le aziende dovranno vedere sempre di più nel sindacato un alleato e non un problema e i tanti operai sindacalizzati, gli stessi nostri funzionari sul territorio dovranno in questi giorni aiutare i datori di lavoro nel ripensare anche il loro modo di organizzare fisicamente i cantieri”, conclude Genovesi, ricordando che “solo tutti insieme e tutti uniti potremmo farcela, sostenendo i tanti imprenditori seri che le istituzioni devono aiutare in questi giorni così complicati e colpendo quei furbetti, pochi speriamo, che pensano che il profitto venga prima di tutto”.