“Dopo il triste fallimento del piano di reindustrializzazione, l’ultima speranza per i 377 lavoratori della ex Embraco è rappresentata da un piano straordinario di ricollocazione". A dare la notizia sulla lunga vertenza che coinvolge gli operai di Riva di Chieri, provincia di Torino, sono i sindacati metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm, in una nota unitaria.

"La Regione Piemonte ha messo a disposizione un piano mirato di formazione, che come sindacato abbiamo chiesto possa servire anche a lenire il fortissimo disagio dei lavoratori una volta che purtroppo entreranno in Naspi alla fine della cassa integrazione prevista per il 22 gennaio prossimo. 

Confindustria Piemonte ha parlato del coinvolgimento delle agenzie di somministrazione. Sullo sfondo si è poi parlato del cosiddetto GOL, strumento di politica attiva previsto dal Pnrr ma ancora poco chiaro. In ogni caso, quello che sembra mancare è un intervento forte del ministero dello Sviluppo economico.

Chiediamo - scrivono le sigle sindacali - che un piano straordinario dì ricollocazione sia apprestato dal governo già nei prossimi incontri, con strumenti di incentivazione alla riassunzione e di sostegno al reddito. Dopo tante promesse tradite da parte dei numerosi governi che si sono succeduti in questi anni di dura vertenza, occorre che le istituzioni si assumano le loro responsabilità fino in fondo.

Rimarchiamo l'insuccesso di un progetto di reindustrializzazione con a capo la multinazionale Whirlpool che si conclude con un modico incentivo all'esodo di € 7.000, a cui pare si aggiungerebbero solo gli eventuali ricavi della vendita dell’immobile e senza alcuna prospettiva lavorativa concreta per i 377 lavoratori della ex Embraco”.

Ugo Bolognesi della Fiom di Torino ha sottolineato come "anche oggi da parte del Mise non sono arrivate risposte e atti concreti per ridare alle lavoratrici e ai lavoratori Embraco quanto gli è stato ingiustamente sottratto: la dignità del lavoro. Whirpool si ritiene, attraverso i propri legali, assolta, e non si fa carico di nessuna responsabilità di quello che ha causato, riproponendo come unica possibile uscita un accordo individuale con un risarcimento irrisorio. La nostra richiesta di proroga di ammortizzatori sociali è stata nuovamente respinta, e alle nostre richieste di intervento attivo del Mise per la ricollocazione e il sostegno al reddito le risposte del Ministero oggi non sono state sufficienti e concrete. La cassa integrazione termina il 22 gennaio, la procedura di licenziamento continua, serve un piano serio di intervento a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori che renda possibile il loro rientro stabile al lavoro. Il Governo faccia il Governo!".