Rilanciare il settore delle costruzioni che dall'inizio della crisi ha perso 600 mila posti di lavoro e 120 mila aziende. Con questo obiettivo, a partire dalle prossime ore e fino a metà marzo, FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil metteranno in campo una serie di iniziative che si terranno in tutta Italia e che culmineranno il 15 marzo a Roma con una grande manifestazione. Lo hanno spiegato i segretari generali dei tre sindacati, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi (8 gennaio) a Roma, nei cantieri della Metro C.

"Nelle aziende, nei cantieri, nei territori incontreremo i lavoratori delle costruzioni per confrontarci sul futuro del settore che rischia davvero di scomparire senza investimenti, una programmazione e una politica industriale per la creazione di lavoro, e in assenza di interventi per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici e privati”, hanno detto. Per poi proseguire: "Chiederemo incontri ai prefetti e alle istituzioni locali e proporremo a livello nazionale l'istituzione di un tavolo per una strategia di rilancio e di riqualificazione del settore".

Nonostante la crisi infatti, per Feneal, Filca e Fillea, “gli spazi per una politica volta a creare nuova e stabile occupazione e per difendere il lavoro ci sarebbero”, ma il governo dovrebbe prendere atto che “di fronte ai grandi problemi del Paese, serve una grande stagione di confronto e collaborazione con le forze sociali e produttive”. La piattaforma varata da Cgil, Cisl e Uil, il 22 ottobre scorso contiene “proposte ed idee utili al Paese, ai lavoratori e alle imprese di cui chiediamo si tenga conto”. Dentro questa più generale rivendicazione per il lavoro e lo sviluppo, si colloca la mobilitazione degli edili “per il rilancio del settore delle costruzioni e dei materiali”.

Tra gli obiettivi primari ci sono sono: “Adeguare la rete infrastrutturale, materiale e immateriale”, “un piano straordinario per la manutenzione delle strade e dei viadotti”, “garantire l’integrale salvaguardia dei livelli occupazionali (diretti ed indiretti)”. Ma anche: “Mettere in sicurezza il territorio dal rischio sismico e dal dissesto idrogeologico”, “incentivare l’efficientamento energetico”, e “intervenire sulla rigenerazione urbana e sulla valorizzazione dell’enorme patrimonio paesaggistico storico e artistico.”

Per questo i sindacati chiedono l’istituzione di un tavolo per una strategia di rilancio e di riqualificazione del settore all’interno di un progetto di manutenzione, prevenzione e rigenerazione, "con il ruolo attivo del governo, delle grandi imprese, delle grandi stazioni appaltanti pubbliche, dei soggetti finanziari e dei lavoratori del settore”. Tra le proposte avanzate ci sono un nuovo piano di investimenti con una cabina di regia unica, il completamento di tutte le opere avviate e previste dal programma “Connettere l’Italia”, (dal Terzo Valico alla Gronda, dalla Tav alla Napoli-Bari, dalla Siracusa-Gela, alla Strada Statale 106, dalla Sassari-Olbia ai grandi nodi per la mobilità urbana). Così come l'istituzione di un Fondo nazionale di garanzia creditizia, alimentato da Cassa depositi e prestiti e da investimenti in economia reale da parte dei Fondi di previdenza complementare. Servono poi, l'attivazione di interventi sul sistema bancario nazionale e una revisione mirata del Codice appalti, “semplificandone le procedure, senza ridurre però le tutele dei lavoratori e delle imprese più serie".

Queste considerazioni e queste proposte saranno ora oggetto di attivi e assemblee territoriali, che si terranno tra gennaio e febbraio, e che culmineranno in una grande manifestazione nazionale di tutti i lavoratori delle costruzioni, venerdì 15 marzo a Roma. “Una grande giornata di lotta e di proposta chiamando governo, parlamento, banche e imprese alle proprie responsabilità verso il Paese”.