Tre giorni di sciopero dei lavoratori dell’agenzia di stampa Dire dopo le lettere di licenziamento recapitate a 14 giornalisti, tre giorni dopo il Natale. Il Comitato di redazione “esprime rabbia e preoccupazione” e rende noto che le lettere sono nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda nel settembre scorso e seguono il verbale di mancato accordo firmato al ministero del Lavoro il 13 dicembre”.

La richiesta dei giornalisti e del Cdr è quella dell’immediato ritiro dei licenziamenti, definiti ancora una volta e unanimemente illegittimi e ingiustificati. “Al numero esorbitante di 14 colleghi licenziati – si legge nel comunicato -, si aggiungono altri due colleghi che non lavoreranno più con noi, tra cui uno uscito volontariamente nell’ottica di salvataggio di altri colleghi. Il Comitato di redazione dichiara tre giorni di sciopero per le giornate del 29 dicembre, 4 gennaio e 8 gennaio”.

Occupazione e qualità del lavoro

“Il Comitato di redazione – prosegue - stigmatizza la scelta dell’azienda di procedere ostinatamente nel taglio di personale, declinando la possibilità di percorrere strade alternative pur portate dalla delegazione sindacale al tavolo ministeriale. La trova poi quanto mai inopportuna e ingiusta per le tempistiche, con lettere che colpiscono i lavoratori e le loro famiglie proprio nel periodo natalizio. E ricorda la contraddizione evidente tra questi licenziamenti e l’imminente arrivo del cospicuo contributo della Presidenza del Consiglio legato al nuovo decreto fondi per le agenzie di stampa, concepito proprio nello spirito di salvaguardare la forza lavoro nelle agenzie”.

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A pesare, oltre al fattore occupazionale, anche la tenuta organizzativa delle redazioni e il mantenimento della qualità del lavoro che destano grande preoccupazione. Una qualità del lavoro che, afferma l’organo sindacale dei giornalisti dell’agenzia, “è stata sempre garantita, a costo di enormi sacrifici, anche per tutti i quasi due anni di solidarietà che i giornalisti dell’agenzia Dire hanno accettato proprio per scongiurare eventuali licenziamenti di colleghi e per mantenere l’organico nella sua interezza”. Sforzi che sono vanificati con i 14 licenziamenti, che si aggiungono a svariati collaboratori con contratto a termine, giornalisti precari, che non sono stati mantenuti nel corso dei due anni di ammortizzatore sociale.

Scelte dannose

Il Comitato di redazione torna a esprimere “rammarico per scelte aziendali che continuano a ricadere esclusivamente sui lavoratori, con tagli al costo del lavoro, senza mai mettere a punto invece una strategia di rilancio o investimento per “uscire dalla grave situazione di difficoltà economica in cui versa l’agenzia”.

Infine i giornalisti affrontano le responsabilità e le scelte istituzionali affermando di non potere che leggere “con estrema apprensione l’orientamento del governo favorevole a imporre un’ulteriore proroga delle convenzioni in essere con le agenzie che, unitamente a risorse che pure con la riforma restano bloccate al valore nominale di sette anni fa, rischia di compromettere l’intero sistema rendendolo economicamente insostenibile”.