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È stato presentato quest’oggi, 13 aprile, il terzo Rapporto sulla contrattazione di secondo livello realizzato dalla Fondazione Di Vittorio e dalla Cgil, un importante lavoro di analisi su un campione di 2.168 documenti tra accordi di livello aziendale, territoriale e di altra natura, sottoscritti nell’ultimo triennio, dal 2019 al 2021.
Una contrattazione, come si sottolinea nel Rapporto, fortemente condizionata dalla diffusione del Covid-19 e definita dagli autori (Nicoletta Brachini, Beppe De Sario e Salvo Leonardi) “pre pandemica” (2019), ossia caratterizzata da accordi molto simili a quelli degli anni precedenti, in cui le tematiche più ricorrenti sono state il trattamento economico e le relazioni sindacali.
Gli autori individuano una fase “emergenziale” (2020), contrassegnata, in maniera del tutto prevedibile, da un forte aumento della contrattazione sui temi relativi alla salute e alla sicurezza, all’organizzazione del lavoro e alle relazioni sindacali e a un crollo di quella inerente al trattamento economico, in generale, e sulla retribuzione variabile, in particolare.
Una contrattazione, anche, di “ripartenza” (dal 2021), quando si è cominciato a ripristinare un'interlocuzione più standard, in cui però i processi riorganizzativi e gli interventi legati al Covid-19 hanno continuato ad avere un forte impatto.
Per quanto riguarda l’ambito e l’area geografica su cui gli accordi producono i loro effetti, oltre la metà dei testi può essere classificata come “multi-territoriale/nazionale”
Dal punto di vista dei settori, quello più presente, a livello aggregato, è il manifatturiero (41,5%), in cui incidono molto il meccanico e il chimico, seguito dal terziario (27,2%), trainato da credito e assicurazioni e da commercio e turismo.