“Continuare a non rinnovare il contratto significa mettere in discussione l'esistenza stessa dei contratti nazionali, oltre che favorire lo sfruttamento e la precarietà”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, intervenendo oggi (lunedì 15 aprile) all'attivo nazionale della sanità privata, in corso a Roma presso l’Auditorium Carlo Donat Cattin (in via Rieti 13). Per il leader sindacale è “assolutamente necessario rinnovare ora il contratto scaduto da ben 12 anni. Parliamo di persone che si prendono cura di altre, è un lavoro molto importante. Ma il nostro obiettivo è arrivare a un contratto unico della sanità, nel pubblico e nel privato”. Oltre a Landini, all’iniziativa sono presenti i segretari generali di Cisl (Annamaria Furlan) e Uil (Carmelo Barbagallo), e i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl (Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi).

L’ultimo contratto per i 300 mila lavoratori della sanità privata risale al 2006. Dopo oltre un anno di trattative, il dialogo con Aris (Associazione religiosa istituti socio-Sanitari) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) è “sospeso” per l’indisponibilità dei datori di lavoro ad aumenti contrattuali. “È una vergogna”, spiegano Cgil, Cisl e Uil. “I datori di lavoro che si rifiutano di contrattare non sono da portare come esempio”, spiegano i sindacati, precisando che la sanità privata è “un settore importantissimo: il dumping contrattuale, le carenze di organico, lo sfruttamento dei lavoratori si trasformano in minore qualità dei servizi, perché non c'è qualità dei servizi se non c'è il rispetto dei lavoratori”. Cgil, Cisl e Uil rimarcano anche “le famiglie fanno spesso ricorso al privato, convenzionato e non, spendendo oltre 40 miliardi l'anno. La sanità privata diventa strategica accanto a quella pubblica, e non è possibile che i lavoratori non abbiano un contratto”.

“Dopo 12 anni le aziende ci dicono che per il rinnovo del contratto della sanità privata sono disposte a mettere a disposizione 0 euro. È una vergogna”, fanno sapere Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, chiamando in causa le controparti, Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari): “Il tempo è scaduto, se Aiop e Aris vogliono riaprire il tavolo del rinnovo del contratto nazionale, la base di partenza per noi è la garanzia di ottenere le stesse condizioni del pubblico”.

Da marzo a oggi, i sindacati hanno organizzato circa 100 presìdi nelle strutture private della sanità accreditata, con bandiere, striscioni, assemblee e volantinaggi per informare anche la cittadinanza delle difficoltà vissute ogni giorno da lavoratrici e lavoratori. Tanti sono precari o con contratti pirata e lavorano in condizioni difficili, aggravate anche da eccessivi carichi di lavoro e turni estenuanti. "Sono infermieri, Oss, tecnici, amministrativi e tante altre professionalità - spiegano i sindacati - che non hanno ancora visto, rispetto ai colleghi del pubblico, il giusto riconoscimento salariale, un avanzamento delle tutele e dei diritti, un percorso certo di crescita professionale. Sono penalizzati, tra l’altro, nella formazione - il cui obbligo ricade tutto su di loro, senza il contributo dei datori di lavoro - come nella regolamentazione dei permessi e delle malattie dei figli".

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Allo stato, le trattative per il rinnovo del contratto sono interrotte, fanno sapere i sindacati, “dopo l’indisponibilità delle controparti a prevedere aumenti contrattuali, e l’attivo nazionale di oggi, alla presenza dei segretari generali delle tre confederazioni, sarà un nuovo passaggio della mobilitazione che cresce e continua nei territori per il rinnovo del contratto: basta con i ricatti, non siamo più disposti a tollerare questa situazione, pretendiamo dignità e rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori”.

(aggiornamento ore 14.36)