“A distanza di 28 mesi dalla scadenza del precedente, c’è stata oggi la prima convocazione per il rinnovo del contratto di lavoro, per il triennio 2022-2024, degli oltre 400mila lavoratori dei Corpi di Polizia, ad ordinamento civile (Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria) e militare (arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza), e delle forze armate (esercito, aeronautica, Marina e Capitanerie di Porto). La sola novità dell’incontro odierno, a soli otto mesi dalla scadenza, è rappresentata dal numero delle presenze delle rappresentanze sindacali, significativamente aumentato dalla definitiva ammissione al negoziato delle ‘associazioni professionali a carattere sindacale’ anche tra le Forze Armate”. Così una nota diffusa da Silp Cgil, Fp Cgil, Silf e Siam.

Dopo gli interventi di rito per l’avvio del negoziato di parte pubblica in rappresentanza del governo e dei ministeri della Pubblica amministrazione, dell’Interno, della Difesa, della Giustizia, dell’Economia e delle Finanze e del Dipartimento di Funzione Pubblica, alle rappresentanze dei lavoratori in divisa sono stati riservati tre minuti per i propri interventi.

Le rappresentanze di Silp Cgil (Polizia di Stato), Funzione Pubblica Cgil (Polizia penitenziaria), Silf (Guardia di Finanza) e Siam (Aeronautica), si legge nella nota, “negli interventi di presentazione hanno affermato la necessità di poter fare un confronto vero sui reali bisogni e le aspettative concrete delle donne e degli uomini in divisa, a partire dalla necessità di adeguamenti delle retribuzioni in grado di fare fronte all’impennata inflazionistica registrata nei primi due anni della vigenza triennale del contratto”.

La stessa dichiarazione, in apertura, del Ministro Zangrillo che, “a dimostrazione dell’impegno del governo nei confronti delle forze di polizia e delle forze armate, ha rivendicato lo stanziamento delle risorse per i rinnovi contrattuali e le assunzioni di 17mila unità, sono giudicate del tutto insufficienti, considerato che le risorse a bilancio danno un incremento medio pari al 5,8% nel 2024 (e senza alcuna risorsa aggiuntiva oltre l’indennità di vacanza contrattuale già erogata), a fronte di un incremento del costo della vita nel triennio pari a circa il 16% e in presenza dell’ulteriore perdita di personale nel triennio di oltre 30mila unità”.

Con tali premesse, concludono Colapietro, Oliverio, Zavattolo e Melis, in rappresentanza rispettivamente di Silp Cgil, Fp Cgil, Silf e Siam, “non si intravvedono tempi rapidi per la conclusione del negoziato”.