Una storia infinita, quella della Blutec di Termini Imerese (Palermo) e dei suoi 700 operai. Stabilimento Fiat nato nel 1970 per la produzione di auto di piccola cilindrata, dalla metà degli anni novanta ha conosciuto un lento declino, fino alla definitiva chiusura nel 2011. Poi varie ipotesi di salvataggio e di rilancio, tutte però rimaste solo sulla carta. Nel 2015 l’arrivo della newco Blutec, società del gruppo Metec, realizzato con il sostegno finanziario pubblico di Invitalia, per la produzione di auto ibride ed elettriche. Una produzione che non è mai decollata, con accordi siglati e non rispettati. Infine, anche una vicenda giudiziaria: nel marzo scorso il presidente Roberto Ginatta e l'amministratore delegato Cosimo Di Cursi della Blutec sono stati posti agli arresti domiciliari con l’accusa di malversazione ai danni dello Stato, e la fabbrica è stata sequestrata.

In tutto questo a pagare sono ovviamente i lavoratori. Ed è della loro sorte che si parla oggi (venerdì 21 giugno) a Roma, alle ore 11 presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, in un incontro con i sindacati. Il 5 aprile scorso il ministro Di Maio ha varato un decreto che autorizza l'Inps ad anticipare sei mesi di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione in favore di un numero massimo di 691 addetti fino a domenica 30 giugno. Ma, appunto, il 30 giugno è alle porte, e il futuro dei dipendenti della Blutec è tutto da decifrare. Intanto, in seguito agli arresti e al sequestro, con la conseguente nomina di un amministratore giudiziario da parte del tribunale di Termini Imerese, è stata avviata una due diligence per conoscere lo stato di tutto il perimetro aziendale, sul quale sono stati riscontrati problemi di natura finanziaria e gestionale.

Un fronte comune per mettere in sicurezza il progetto di reindustrializzazione dell’impianto è quello che hanno iniziato a fare sindacati e istituzioni con l’incontro di martedì 18 giugno a Palermo, presieduto dal sindaco della Città metropolitana Leoluca Orlando, cui hanno partecipato i sindaci del comprensorio di Termini Imerese e i rappresentanti sindacali dei metalmeccanici. Il primo obiettivo è ottenere un altro periodo di cassa integrazione straordinaria, giusto per tamponare l’emergenza. Ma si punta anche a mantenere a Termini Imerese i fondi destinati alla reindustrializzazione (indipendentemente dalla presenza o meno di Blutec), a far tornare la Fca al tavolo di concertazione come soggetto attivo, a sollecitare Invitalia a ricercare eventuali altre soluzioni, non escludendo una partecipazione diretta dell’agenzia nazionale.

Sindacati e istituzioni hanno così siglato un documento, per evidenziare “il valore decisivo del tavolo ministeriale, per prevenire ricadute sociali insostenibili sulle mille famiglie coinvolte nella vertenza Blutec e sull'intero territorio colpito dalla chiusura Fiat, e per assicurare la ricerca di sbocchi e soluzioni per un’industrializzazione idonea a garantire un futuro, dopo i numerosi anni di crisi”. Per il segretario regionale della Fiom Cgil, Roberto Mastrosimone, la sinergia “tra sindacati e sindaci, ma anche con la Regione, è fondamentale per assicurare un percorso produttivo allo stabilimento e portare avanti un progetto concreto che possa ridare vita alla fabbrica”.