"Dopo il crollo generato dalla crisi recuperiamo occupati, ma le ore lavorate perse, rispetto al 2008, sono equivalenti a un milione di posti full time. In pratica cresce il lavoro discontinuo, il part time involontario, il tempo determinato di breve durata e si riducono drasticamente i posti di lavoro a tempo pieno e a tempo indeterminato". A dirlo è la Cgil di Cuneo, ricordando che tutto questo "non lo dice la Cgil, ma il Rapporto sul mercato del lavoro realizzato da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal". Per l Camera del lavoro cuneese "non c’è risposta sociale se non ci sono lavoro di qualità, investimenti, politiche industriali e fisco. Il lavoro breve è lavoro povero. Il lavoro esasperatamente precario è lavoro povero. Il lavoro senza qualità è lavoro povero e caduta del Pil. E non è un caso che tra i tanti dati emerge quello dei giovani in fuga all’estero. Bisogna tornare al lavoro di qualità e per farlo servono investimenti".