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"Deludente e poco attenta alla gravità della situazione la risposta del sottosegretario Crippa, del ministero dello Sviluppo economico, al presidio di protesta dei lavoratori delle centrali a carbone, che chiedono l’avvio immediato del confronto sulle soluzioni alternative e sostitutive alla prevista chiusura delle stesse". Lo riferiscono i sindacati di categoria, in una nota.
Nel pomeriggio di oggi, 17 aprile, si è svolto al ministero dello Sviluppo economico il presidio di protesta di Cgil, Cisl, Uil e dei rispettivi sindacati dei lavoratori elettrici Filctem, Flaei, Uiltec, insieme a una delegazione delle rappresentanze dei lavoratori delle centrali a carbone. L’oggetto della contestazione è stata la convocazione da parte del sottosegretario Crippa delle società che gestiscono le centrali a carbone per la programmazione della chiusura delle loro attività.
I sindacati "hanno rivendicato l’urgenza e la priorità del confronto sulle soluzioni alternative e sostitutive alle centrali a carbone per gestire la ricollocazione occupazionale dei lavoratori diretti e dei lavoratori dell’indotto che, complessivamente,risultano essere oltre 20.000 persone, e per garantire la sicurezza del sistema energetico nazionale". Il sottosegretario ha convocato le sigle per il prossimo 17 giugno.
Le organizzazioni, da parte loro, "hanno contestato questa risposta poco attenta delle legittime preoccupazioni dei lavoratori e di grave sottovalutazione delle problematiche complesse che devono essere risolte per procedere alla chiusura delle centrali a carbone, a partire dalla ricollocazione occupazionale dei lavoratori diretti e indiretti occupati in queste attività. I tempi stringono - spiegano -. La centrale a carbone di La Spezia, ad esempio, dovrebbe cessare la propria attività entro il 2021 e, ad oggi, non ci sono piani produttivi alternativi sostitutivi né per i lavoratori né per la produzione di energia elettrica che verrà a mancare".
I sindacati, infine, "rivendicano con forza e determinazione l’avvio immediato del confronto con i ministeri competenti su tutte le centrali a carbone per la definizione dei programmi della produzione sostitutiva della loro potenza di produzione energetica e la ricollocazione occupazionale di tutti i lavoratori. Inoltre rigettano l’atteggiamento dilatorio del governo e intendono investire i sindaci, le Regioni e i parlamentari locali per essere ascoltati dai ministri Di Maio e Costa", concludono.