Flash-mob in piazza Montecitorio per ricordare tutte le vittime sul lavoro e illustrare un pacchetto di proposte (qui nel dettaglio) inviate nei giorni scorsi anche alle massime autorità dello Stato e ai rappresentanti del governo. Si rinnova anche quest’anno l’impegno dei sindacati degli edili in occasione del SafeDay, la giornata mondiale della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Nel corso dell’iniziativa davanti alla Camera, con la collaborazione di alcuni artisti di strada, è stata allestita un'installazione dal grande impatto emotivo. “Purtroppo il nostro settore – ricordano Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil – resta uno dei più colpiti dagli infortuni sul lavoro e dal fenomeno delle malattie professionali. La nostra attenzione e il nostro impegno è continuo, ma la giornata della sicurezza resta un appuntamento importantissimo per coinvolgere tutti, occorre agire – dicono – per contrastare ed eliminare le cause, aumentando i controlli e le ispezioni, contrastando il lavoro nero e il dumping contrattuale, investendo in prevenzione e formazione. Le proposte non mancano e saremo in piazza anche per rilanciarle e per ricordare che, dopo la Francia, nell’Unione Europea, l’Italia è il paese in cui di lavoro si muore di più, secondo i dati Eurostat confermati dall’Inail nel 2018.

“Da cinque anni, insieme a Feneal Uil e Filca Cisl, dedichiamo la Giornata mondiale della salute e della sicurezza sul lavoro, istituita dall’Ilo nel 2003, alle vittime sul lavoro. È l'occasione per lanciare nuovamente il nostro appello alle istituzioni e al mondo della cultura e dell'informazione: bisogna mettere la tutela della vita dei lavoratori in cima alle loro agende, questa è una priorità ed è uno dei pilastri della nostra società”. A dirlo è Ermira Behri, segretaria nazionale e responsabile del dipartimento salute e sicurezza della Fillea Cgil, in una recente intervista a RadioArticolo1 (qui il podcast). “I dati Inail relativi al 2017 sono veramente drammatici: aumentano gli infortuni mortali, aumentano gli incidenti in generale e le malattie professionali”, spiega Behri: “Ma ancora peggio va nelle costruzioni. Se negli altri settori la crescita delle morti sul lavoro è del 10 per cento, nell’edilizia l’incremento supera purtroppo il 20 per cento. Sono dati molto negativi, davanti ai quali non possiamo cavarcela con le solite dichiarazioni di cordoglio e di vicinanza alle famiglie delle vittime”.

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Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl hanno elaborato una piattaforma, contenente le principali necessità per garantire la sicurezza dei lavoratori. “Iniziamo con il rafforzamento delle sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro e con il completamento di quanto già previsto dal decreto legislativo 81 del 2008, ossia la costituzione della ‘patente a punti’, che è uno strumento importantissimo per la selezione e il sistema di qualificazione delle imprese del nostro settore”, prosegue l’esponente sindacale. Una stortura da stroncare è quella del dumping contrattuale nei cantieri, con fenomeni “di lavoro irregolare e nero che sono causa di molti incidenti e della mancata applicazione delle regole su salute e sicurezza”. La proposta dei sindacati, dunque, è “l'applicazione del contratto edile a tutti i lavoratori impiegati in un cantiere, allo scopo di assicurare uguali prestazioni e uguali diritti”.

La Fillea ha anche aperto una riflessione rispetto al dato anagrafico delle vittime sul lavoro, che vede più della metà dei caduti avere un'età superiore ai 50 anni. “Qui occorre fare riferimento alla situazione pensionistica, dal momento che la cosiddetta ‘quota 100’ risponde in minima parte alle esigenze dei lavoratori edili”, illustra la segretaria Fillea: “Noi chiediamo il riconoscimento della condizione di lavoro gravoso, con uscite flessibili, o il rifinanziamento dell'Ape social (che è stata purtroppo rifinanziata soltanto per il 2019), garantendo l'accesso a chi ha almeno 30 anni di contributi, perché 36 anni di contributi, per un lavoro discontinuo come quello degli edili, è un requisito quasi irraggiungibile. La nostra proposta, quindi, è di abbassarlo a 30 anni di contributi e 63 anni di età”.

Venendo all’attualità, il tema oggi è quello del decreto sblocca cantieri. “Qui si prevede un ritorno alle gare al massimo ribasso, che significa pagare meno i lavoratori, garantire meno la sicurezza, utilizzare materiali scadenti”, argomenta Ermira Behri, puntando l’indice anche sulla “liberalizzazione del subappalto e sull’innalzamento della soglia al 50 per cento in tutti gli altri casi, che porterà a meno controlli, meno tutele e più lavoro irregolare”. Fillea, Feneal e Filca, conclude la dirigente sindacale, chiedono “il forte ridimensionamento del numero dei subappalti, che favoriscono le infiltrazioni delle mafie nel settore, oltre alla qualificazione delle stazioni appaltanti e alla scelta del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa in sostituzione dell’offerta al massimo ribasso”.