Sciopero permanente fino a martedì 23 aprile. Questa la decisione assunta dai lavoratori della Beyers Caffè Italia, società belga controllata dalla multinazionale svizzera Sucafina, dopo il primo incontro tra proprietà, sindacati e istituzioni a seguito della comunicazione aziendale del 15 marzo scorso di procedere alla chiusura totale dello stabilimento di Castel Maggiore (Bologna), con il conseguente licenziamento dei suoi 30 dipendenti.

Fumata nera al vertice

Il vertice del tavolo di salvaguardia della Città metropolitana, richiesto dalla Flai Cgil perché gli incontri sindacali precedenti non avevano prodotto alcunché, si è concluso con un nulla di fatto. “Purtroppo anche stavolta – dice il segretario generale Flai Cgil Bologna Marco Ramponi – l’azienda non voluto trovare insieme alle istituzioni e alle parti sociali strade alternative alla chiusura e dare continuità alle produzioni”.

Nel corso del summit l'Agenzia regionale per il lavoro ha confermato che l'azienda potrebbe avere le caratteristiche per attivare la cassa integrazione. Ma la Beyers si è detta “indisponibile anche alla proposta di sospensione delle procedure per avere tempo materiale per attivare gli ammortizzatori sociali, dimostrando così piena irresponsabilità sulle sorti delle lavoratrici e dei lavoratori che a breve non avranno più un posto di lavoro”.

Per Ramponi è “inaccettabile che in questo territorio un’azienda decida di andarsene, senza nessuna crisi acclarata e rifiutando di collaborare per attutire l’impatto sociale. Per questo chiediamo a tutte le istituzioni di prendere posizione per scongiurare questa chiusura”.

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Dopo il vertice le lavoratrici e i lavoratori, che avevano intanto atteso in presidio l’esito del tavolo, si sono riuniti in assemblea e hanno deciso di proclamare lo sciopero permanente fino al prossimo incontro previsto per martedì 23 aprile.

Contestualmente i 30 dipendenti saranno in presidio per tutto il periodo dello sciopero. “Da qui non entrerà e non uscirà nessun prodotto – conclude Ramponi – finché Beyers non deciderà di sedersi a un tavolo e collaborare per evitare la chiusura dell’azienda e trovare tutte le soluzioni possibili per la continuità occupazionale”.