I lavoratori prendono i volantini, si fermano a parlare, chiedono se ci sono sviluppi dopo l’ultimo incontro che si è svolto al ministero, dal quale però non sono emerse novità rispetto alla linea che Thyssen, la multinazionale tedesca proprietaria di Ast, intende portare avanti per le acciaierie ternane (circa 2400 dipendenti diretti e altri 2000 nell’indotto). “Il tempo degli annunci e delle promesse è finito, adesso servono risposte concrete”, si legge nel testo distribuito da delegati e sindacalisti della Fiom ai cancelli. Quelle risposte che, secondo i sindacati, non sono arrivate lo scorso 13 febbraio dal tavolo del Mise con l’azienda. “Il management ha confermato la linea e il piano industriale - spiega Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom ternana - Un piano che per loro è di mantenimento, mentre per noi è di indebolimento sia sull’occupazione, che sui volumi”. 

Entro metà marzo le parti torneranno a Roma per un aggiornamento. “Noi abbiamo avanzato una serie di questioni - continua Cipolla - e ci aspettiamo che al prossimo incontro ci siano passi avanti significativi”. In particolare, la Fiom sottolinea 5 questioni centrali nella vertenza: la difesa della strategicità delle produzioni ternane; la necessità di una chiara strategia industriale e commerciale, viste le opportunità che il mercato degli acciai speciali offre; un piano di investimenti che consolidino e aumentino le capacità produttive del sito; la stabilizzazione di tutti i lavoratori somministrati presenti in Ast; chiarezza nel sistema degli appalti e valorizzazione dei lavoratoi delle ditte terze”.

E a proposito di valorizzazione e riconoscimento per i lavoratori: in ballo c’è anche la partita dell’integrativo aziendale. Questione sicuramente subordinata al nodo del piano industriale e del futuro del sito, ma che ovviamente sta molto a cuore ai lavoratori che vorrebbero vedere ricompensato lo sforzo che in questi anni ha permesso ad Ast di raggiungere risultati positivi. 

“Quello che tutti chiediamo con forza alla multinazionale è una maggiore coerenza tra gli annunci e i proclami e quello che effettivamente accade poi in fabbrica - conclude Cipolla - Da questo punto di vista il prossimo incontro di Roma sarà fondamentale per avere da Ast impegni precisi sul piano industriale e allo stesso tempo un’azione concreta del governo, con politiche industriali che possano davvero garantire la strategicità delle produzioni di questo fondamentale presidio industriale”.