Dopo Uber Eats e Gorillas, un'altra big della food delivery lascia l'Italia. Con uno "scarno comunicato", come si legge in una nota di Filcams, Fisascat e Uiltucs, la turca Getir annuncia chiusura e licenziamento di 370 lavoratori. Le motivazioni? Sempre le stesse: bassa profittabilità, risultati non i linea con gli obiettivi, gli investitori non intenzionati a sostenere ulteriori investimenti. L'azienda ha deciso di concentrare i suoi investimenti nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi e in Turchia, mentre, oltre all'Italia, lascia Spagna, e Portogallo.

"Nulla di nuovo in un settore, quello del food delivery, che vede un susseguirsi di crisi aziendali con migliaia di lavoratori lasciati letteralmente a piedi. Una bolla che sta scoppiando sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Centinaia di famiglie che, da un giorno all’altro vedono messo in discussione il loro futuro", spiegano i sindacati.

Getir, continua la nota, "ha potuto sfruttare i benefici derivanti dall’essere sulla carta una start up, per decidere poi, al termine di tale periodo, di lasciare il nostro Paese. Un’azienda che ha sfruttato manodopera con inquadramenti al ribasso e che avrebbe dovuto in queste ore sedersi a un tavolo con le organizzazioni sindacali per provare a sanare questa situazione" e invece "è arrivata la doccia fredda. Tavoli di confronto sospesi e la notizia della prevista uscita di Getir dall’Italia".

Filcams, Fisascat e Uiltucs, termina il comunicato, "si sono già attivate per scongiurare i licenziamenti e tentare di ridurre il più possibile l’impatto sulle lavoratrici e lavoratori. A tal fine nelle prossime ore verranno messe in campo tutte le azioni possibili in tutte le sedi che si riterranno opportune".