Dal 2 maggio tutti a casa. Ci sono i primi licenziamenti nella vertenza che ha investito lo stabilimento G&W Electric di Foggia, dopo la decisione della multinazionale statunitense, fortemente contestata dai sindacati, di dismettere il sito industriale (attivo da 50 anni e rilevato dalla società americana nel 2019) che realizza quadri elettrici di bassa e media tensione.

Il 18 gennaio scorso l’azienda ha annunciato la chiusura e il contestuale licenziamento dei 114 lavoratori. E negli ultimissimi giorni i 13 lavoratori in somministrazione dall’agenzia OpenJob Metis hanno avuto comunicazione che il loro contratto non verrà rinnovato.

“Mentre sono aperti i tavoli di confronto in Regione Puglia e ora anche al ministero delle Imprese sul futuro dello stabilimento, le scelte della multinazionale investono in modo drammatico lavoratori che erano parte integrante dell’organizzazione produttiva”, commenta il segretario Nidil Cgil Foggia Giovanni Tarantella: “Lavoratori che vivevano nell’attesa di una stabilizzazione, si ritrovano nel volgere di due mesi senza più un lavoro e un reddito”.

Tarantella rileva che questa situazione è “l’ennesimo schiaffo a una provincia che presenta uno scenario occupazionale a tinte fosche, dove alla scarsità di occasioni d’impiego si aggiunge il fatto che le poche possibilità sono precarie. Quando non si ricorre direttamente al lavoro nero e grigio, puntando sul ricatto di un reddito che costringe a lavorare in qualunque condizione”.

Il Nidil Cgil assicura “che nella vertenza G&W Electric continueremo a stare ai tavoli di confronto, al fianco delle sigle metalmeccaniche e dei lavoratori del sito che hanno sempre voluto unificare la vertenza, senza mai distinguere tra diretti e somministrati. Lo faremo per rappresentare gli interessi di chi dal 2 maggio non avrà più reddito e perché non si disperdano professionalità formate e acquisite, soprattutto in previsione – come speriamo – di una vendita del sito produttivo che garantisca continuità produttiva e occupazionale”.

Da segnalare, infine, l’incontro sulla vertenza che si è tenuto giovedì 27 al ministero delle Imprese. Alla conclusione del vertice Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno affermato che “è necessario gestire la fase di transizione per la vendita e accompagnare i lavoratori attraverso strumenti alternativi ai licenziamenti. È necessario, dunque, che ministero, istituzioni e parti sociali favoriscano queste soluzioni e che non si proceda immediatamente con i licenziamenti”.