"A luglio si chiude". L'annuncio proviene da un'azienda storica di vernici industriali, la Rossetti, nata nel 1968 ed entrata a far parte dal 1994 del gruppo J.Colors di Finale Emilia (Modena). Un annuncio, pronunciato nell'incontro con i sindacati che si è tenuto a Milano mercoledì 26 aprile, che ha gettato nell'angoscia 24 lavoratori.

"Ancora una volta, dopo mesi di promesse sul rilancio dello stabilimento, ci viene comunicata la decisione di chiudere quell'impianto entro il mese di luglio", spiegano Filctem Cgil e Uiltec Uil territoriali: "Una scelta improvvisa e inaspettata, sbagliata nel metodo e nel merito, che scarica sui più deboli gli errori accumulati dalla proprietà nel corso degli anni".

Tutta l’attività verrebbe concentrata a Lainate (Milano), dove è presente un altro sito industriale, forte di un'ottantina di dipendenti. A rischio, dunque, sono i 24 posti di lavoro rimasti, ma soprattutto la prospettiva di un'azienda con una lunga storia alle spalle e che recentemente, grazie ai fondi della ricostruzione post-terremoto, aveva rinnovato il sito di Finale Emilia. 

La situazione dell'azienda

Non è la prima volta che J.Colors annuncia la chiusura della fabbrica. Già nel 2019 l'azienda aveva espresso la volontà di chiudere le porte della filiale, avviando in maniera unilaterale le procedure di licenziamento di 40 lavoratori sui 102 totali, per proseguire l'attività solo presso la sede lombarda. "Grazie agli scioperi e alla nostra lotta sindacale, e con la collaborazione delle istituzioni locali, i vertici della società avevano fatto marcia indietro e poi revocato licenziamenti e chiusura", illustra la Filctem: "All'epoca, l'azienda aveva comunque ribadito di essere in difficoltà finanziaria, dovendo ricorrere agli ammortizzatori sociali".

Adesso la storia si ripete. Ora, però, la situazione appare più seria, perché c’è stata la pandemia e da mesi J Colors è costretta a fare ricorso agli ammortizzatori sociali. I dipendenti, in seguito a pensionamenti e trasferimenti, sono scesi a 24 dalla quarantina che erano prima della crisi del 2019. "Ancora una volta – dicono Filctem e Uiltec - l’azienda sceglie la via più breve e più grave: chiudere uno stabilimento, che si è rivelato essere produttivo, per superare una fase di difficoltà, infischiandosene del destino di 24 lavoratori e lavoratrici".

E non è finita qui. Secondo i sindacati, la chiusura è oltremodo inaccettabile in quanto "nel 2020 la proprietà si era impegnata con le istituzioni, ed è impossibile dimenticare che ha usufruito degli incentivi post-terremoto che ne hanno permesso la ricostruzione ex-novo". Per tale motivo, i sindacati hanno aperto una fase di mobilitazione, dichiarando un pacchetto di ore di sciopero da mettere in campo già nei prossimi giorni. Filctem e Uiltec, infine, hanno chiesto a Regione e Comune di attivarsi nei confronti della proprietà per scongiurare una chiusura che avrebbe effetti devastanti sulla vita dei dipendenti e della comunità.