Una manciata di giorni al 25 aprile, alla Festa della Liberazione dal nazifascismo. In un anno particolare, funestato dal governo più a destra della storia repubblicana, che non perde occasione per ricordare a tutti la sua matrice neofascista – anche oggi il presidente del Senato La Russa, la seconda carica dello Stato, attacca l’Anpi e dichiara convinto che “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo”.

La nuova sezione Anpi nella Camera del Lavoro di Bologna

C’è chi non si rassegna a questo scempio politico, verbale e mediatico. Prova a voltare pagina. A piantare radici nel terreno della cultura. A spiegare la Storia ai giovani, torti e ragioni, chi stava dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata. Perché il messaggio non vada perduto. Cgil e Anpi, in questa battaglia di Resistenza culturale, sono in prima linea. Anche a Bologna, dove oggi, 21 aprile, in occasione dell’anniversario della Liberazione della città, hanno inaugurato la nuova sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, voluta proprio nella sede del sindacato, dalla Camera del Lavoro territoriale e dall’Anpi Provinciale. Il compito di questa sezione sarà quello di raccogliere adesioni per l’Associazione partigiani tra funzionari, delegate e delegati, attiviste e attivisti della Cgil e si affianca alle esperienze di sezioni Anpi già presenti nelle aziende (la più recente quella di Unipol) e alle assemblee che in questi giorni si stanno svolgendo nei luoghi di lavoro per richiamare l’attenzione delle lavoratrici e dei lavoratori sulle radici antifasciste della nostra Costituzione (altro che i vaneggiamenti di La Russa).

(Uno scatto dell'inaugurazione. Foto di Giulia Gentile)

Ernesto Cevenini, operaio, licenziato per rappresaglia politica nel 1954

La Sezione è stata intitolata a Ernesto Cevenini, operaio, licenziato per rappresaglia politica dalla fabbrica Maccaferri il 23 agosto 1954. “Ernesto – raccontano Cgil e Anpi – fu uno dei tanti che qui a Bologna furono licenziati per rappresaglia fra il 1949 e il 1966. Le ragioni del licenziamento erano sempre le stesse: insubordinazione, lettura di giornali sovversivi, iscrizione alla Cgil, introduzione in fabbrica di materiale di propaganda sindacale o politica. Ernesto intraprese un’instancabile attività di collegamento con i tanti licenziati per rappresaglia in tutto il Paese (più di duemila solo a Bologna) perché l’ingiustizia subita fosse sanata. La lunga lotta dell’Associazione dei Licenziati per Rappresaglia, sostenuta con convinzione dalla Cgil e anche dai Parlamentari della sinistra, trovò un primo sbocco positivo nella Legge 36 del 1974, la quale riconobbe il danno subito dai licenziati per ingiusta causa e ne decretò il risarcimento. Per tutta la sua vita Ernesto ha continuato a lavorare perché la memoria di quei fatti non venisse perduta; è andato nelle scuole, nei centri sociali, nei luoghi di lavoro, ha raccolto le memorie dirette dei protagonisti. Oggi il Fondo dei Licenziati per Rappresaglia Politica e Sindacale di Bologna è parte del patrimonio dell’Archivio della Camera del Lavoro”.

Anna Cocchi: "Apriamo una sede nella Cgil per rafforzare i valori della nostra Costituzione"

“Come Anpi – ha dichiarato la Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Bologna, Anna Cocchi – siamo orgogliosi di aver raggiunto questo risultato, di aver inaugurato una nostra sezione nel cuore del mondo del lavoro, la Camera del Lavoro della nostra città. Perché il tema del lavoro ci è particolarmente caro. Promuoviamo da tempo iniziative utili a capire che cos’è il lavoro e quali sono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Non vogliamo sostituirci ai sindacalisti, vogliamo sottolineare il senso e il valore del primo articolo della nostra Costituzione, ‘L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro’. Pensiamo che senza un lavoro dignitoso venga lesa la dignità della persona. Lo diciamo nel 75esimo anniversario della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e patrimonio di tutti, i cui valori fondanti, con l’idea di questa sede, vogliamo rafforzare”.

Michele Bulgarelli: "Non possiamo rassegnarci revisionismo storico e l’imbarbarimento culturale in atto"

“Quello che si concretizza oggi – ci ha detto Michele Bulgarelli, segretario generale della Camera del Lavoro di Bologna – è un impegno preso da tempo, che si affianca al lavoro diffuso della Cgil e delle sue categorie teso a ricordare la Liberazione e a difendere e diffondere i valori della nostra Carta nei luoghi di lavoro. Penso che la scelta di aprire una sezione dell’Anpi all’interno della Camera del Lavoro rafforzi la natura della Cgil come sindacato generale costituzionale. Essendo un sindacato generale, l’istanza della solidarietà è alla base della Cgil, che si batte contro tutti gli aziendalismi e i corporativismi e si caratterizza da un forte ancoraggio ai valori della pace e dell’internazionalismo”.

“Non è un caso che abbiamo scelto di dedicare questa sezione a Ernesto Cevenini. Questa identificazione ci permette di raccontare una pagina della storia del nostro Paese che rischiamo di dimenticare, i lunghi anni Cinquanta attraversati da licenziamenti per rappresaglia di compagni che erano comunisti, erano stati partigiani e avevano combattuto nella Resistenza. Un esempio, un simbolo, perché Ernesto decise di non rassegnarsi e di combattere contro la discriminazione subita, fino alla promulgazione della legge che portò al riconoscimento contributivo del danno subito dai licenziati per rappresaglia”.

“Oggi che leggiamo tutti i giorni orribili dichiarazioni provenienti dalla classe dirigente politica attuale – ha proseguito Michele Bulgarelli – capiamo che non possiamo rassegnarci all’assuefazione quotidiana e dobbiamo contrastare in ogni sede il revisionismo storico e l’imbarbarimento culturale in atto, sostenendo la difesa dei valori della nostra Costituzione nata dalla Resistenza. Come segretario generale della Camera del Lavoro di Bologna, sono orgoglioso di lavorare tutti i giorni fianco a fianco con i compagni dell’Anpi per rafforzare l’ancoraggio valoriale alla Costituzione e ai valori della solidarietà, ma voglio anche che il nostro impegno sia quello di studiare come contrastare, come sindacato, i nuovi razzismi presenti nei luoghi di lavoro, a partire dal sessismo e dall’omofobia. L’obiettivo, come sindacato confederale, è quello di capire come possiamo contrastare questi comportamenti, brodo di coltura dei nuovi fascismi. La risposta sta nella contrattazione, uno strumento fondamentale attraverso cui possiamo spazzarli via. Il compito che avrà la sezione dell’Anpi sarà, quindi, anche quello di studiare come agire attraverso la contrattazione e di proporre idee e strade nuove alla Cgil e alle sue categorie”.

(Un momento dell'assemblea generale davanti alla sede nazionale della Cgil a Roma il 10 ottobre del 2021, il giorno dopo l'assalto fascista)

La Liberazione di Bologna e il futuro dell'antifascismo

“All'alba del 21 aprile 1945 – ha ricordato la Cgil di Bologna – le unità alleate del 2°Corpo Polacco dell’8a Armata Britannica, della Divisione USA 91a e 34a, i Gruppi di combattimento Legnano, Friuli e Folgore e della brigata partigiana “Maiella” entrarono a Bologna senza sparare un colpo. Nella notte precedente i tedeschi e i fascisti, su ordine del generale Von Senger, avevano abbandonato la città. Più tardi nella mattinata arrivarono anche i bersaglieri del battaglione Goito che sfilarono percorrendo via Rizzoli mentre la folla, radunata ormai in centro, li acclamava. Nel pomeriggio ebbero il permesso di entrare in città le Brigate partigiane Giustizia e Libertà di Montagna e 7a Modena. Gruppi di donne cominciarono a deporre fiori e affiggere foto sul muro esterno del Comune in Piazza Nettuno poiché in quel luogo, chiamato dai fascisti ‘posto di ristoro dei partigiani’, furono fucilati molti resistenti. Nacque così, in maniera del tutto spontanea, il Sacrario dei partigiani”.
È proprio per ricordare chi ha combattuto e chi continua a lottare, che nasce oggi la sezione Anpi nella sede della Camera del Lavoro. Al lavoro e alla lotta, contro i nuovi fascismi e i nuovi razzismi.

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