“Sindacati di Topolino”: così l’amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary bollò le organizzazioni che mercoledì 8 giugno organizzarono lo sciopero nazionale dei dipendenti della compagnia. Tutto ciò a dispetto dell’innegabile successo dell’astensione dal lavoro: 360 voli cancellati (compresi quelli di Easyjet e Volotea che si fermarono nella stessa giornata), con punte di adesione del 90 per cento.

Eppure, alla low cost irlandese non è bastato. Oggi (sabato 25 giugno) c’è un nuovo stop di 24 ore, indetto da Filt Cgil e Uiltrasporti con le medesime motivazioni del precedente. “Le organizzazioni che hanno indetto lo sciopero non hanno iscritti, quindi non sono rappresentative e non le riconosciamo”, ha dichiarato giovedì 23 il country manager di Ryanair per l'Italia Mauro Bolla. Una nuova sfida lanciata dai vertici aziendali, cui i lavoratori sicuramente sapranno rispondere.

La protesta, per altro, ha valicato i confini italiani, divenendo di respiro europeo. In questi stessi giorni dello sciopero in Italia si fermano anche i piloti e gli assistenti di volo basati in Spagna (24, 25, 26, 30 giugno, 1° e 2 luglio), Portogallo (24, 25 e 26 giugno), Francia (25 e 26 giugno) e Belgio (24, 25 e 26 giugno). Si prospettano pertanto disagi sui collegamenti operati dal gruppo, soprattutto verso i Paesi che vedono in atto la mobilitazione.

Lo sciopero odierno, con presìdi (alle ore 10) presso gli scali di Milano Malpensa, Bergamo Orio al Serio e Roma Ciampino, riguarda le compagnie Ryanair, Malta Air e la società CrewLink. A essere coinvolti sono circa 700 piloti e 1.800 assistenti di volo di base in Italia: è bene precisare che questi numeri sono una stima sindacale, visto che la società non fornisce cifre ufficiali. Stessa cosa avviene per gli iscritti al sindacato, dato che Ryanair non trattiene le deleghe.

Filt Cgil e Uiltrasporti anzitutto chiedono “contratti di lavoro in linea ai minimi salariali previsti dal contratto collettivo nazionale del trasporto aereo, così come previsto dalla legge italiana”. Filt Cgil e Uiltrasporti rivendicano anche “acqua e cibo per gli equipaggi, spesso impossibilitati a scendere dall'aereo anche per 14 ore consecutive”.

Il cahiers de doléances dei sindacati non finisce qui. Filt e Uiltrasporti lamentano anche “il perdurare di un accordo sul taglio degli stipendi (contingency agreement) non più attuale, visti i volumi di traffico”, nonché “le arbitrarie decurtazioni in busta paga, il mancato pagamento delle giornate di malattia, il rifiuto di concedere giornate di congedo parentale obbligatorio durante la stagione estiva”.

I sindacati attendono ancora di essere convocati dalla compagnia per aprire finalmente un tavolo di confronto sulle numerose questioni elencate. Il secondo sciopero dovrebbe servire a questo, ma le parole dei vertici aziendali pronunciate nei giorni scorsi sembrano chiudere a ogni trattativa. “Se non ascoltati – concludono Filt Cgil e Uiltrasporti – procederemo senza indugi con ulteriori azioni di protesta, già a partire dal mese di luglio”.