La crescita professionale e l'aggiornamento delle proprie competenze sono centrali per coloro che vogliono entrare nella pubblica amministrazione: in una parola, la formazione. È quanto emerge da un'indagine online promossa dalla Fp Cgil e dal Forum PA. Il questionario è stato condotto tra gli iscritti alla piattaforma concorsipubblici.fpcgil.it, un'iniziativa realizzata proprio da Fp e FPA. Nello specifico, gli iscritti sono oltre 3.000, tra cui due terzi non lavoratori pubblici, molti giovani in cerca di prima occupazione: nel 2021 si sono registrati 714 mila accessi e 2,7 milioni di pagine visualizzate, contro 1,3 milioni del 2020. Questa è stata la platea coinvolta nel sondaggio.

Ecco quanto emerso: la stabilità e la buona retribuzione non sono tra le motivazioni e le aspettative principali che spingono a lavorare nel pubblico. In misura maggiore pesano l’aderenza al proprio percorso di studi, le opportunità di crescita professionale e la possibilità di ricevere formazione e aggiornamento continuo, dopo l'ingresso nel settore.

Perché si partecipa a un concorso pubblico? Principalmente per l’aderenza al percorso di studi e alla propria formazione professionale e personale (46%). In secondo luogo per la percezione di stabilità e sicurezza associata al posto di lavoro pubblico (42%). il 17% fa questa scelta perché si riconosce nel senso di “missione” verso il pubblico servizio che la Pa e i suoi dipendenti sono chiamati a svolgere.

Nell'analisi di quanto contano alcuni aspetti specifici (retribuzione, formazione, sede di lavoro), è stato chiesto ai partecipanti di assegnare ai fattori un voto da 1 a 5. Il risultato è che formazione, aggiornamento continuo e crescita professionale sono gli aspetti promossi con i voti più alti nella maggior parte dei casi (circa 60% e 57% di rispondenti).

Poi una domanda rivolta al futuro: quale visione per la Pa di domani? Secondo i partecipanti, i cambiamenti che le norme prospettano potrebbero migliorare le politiche di assunzione, ridefinendo le procedure per individuare i bisogni del personale (68%) e rivedendo le procedure dei concorsi, attraverso prove più orientate a verificare le competenze trasversali (61%). Il 68% degli utenti crede che il processo di rinnovamento possa migliorare, anche incentivando l’esodo di persone vicine all’età pensionabile e con professionalità non adeguate. Il 60% dei rispondenti vede nella digitalizzazione delle procedure concorsuali uno strumento per snellire il lavoro e innovare la Pa.

Il tema della formazione è dunque centrale. Oltre il 90% degli intervistati ha preparato o sta preparando un concorso formandosi in piattaforma, integrando spesso (77% dei corsisti) la formazione online con quella sui manuali. Il 94% è soddisfatto dell’offerta formativa, che comprende lezioni con i docenti, video lezioni animate e batterie di questionari sullo schema delle prove dei concorsi: una vera e propria simulazione di quello che accade durante una selezione pubblica. Per il prossimo anno, inoltre, il progetto della Fp Cgil crescerà la progettazione di un’area riservata, che permetterà a ogni utente di selezionare da una "biblioteca dei saperi" i contenuti formativi a cui è interessato. Un progetto in linea con le aspettative: il 55% dei partecipanti apprezza questo tipo di servizio.

A fare il punto sulla pubblica amministrazione è Gianni Dominici, direttore generale del Forum PA, conversando con Collettiva. "In questo momento c'è una Pa in fase di transizione e cambiamento - afferma -: dopo tanto tempo è stata rimessa al centro dello sviluppo del Paese, soprattutto con le risorse europee e il Pnrr". Nell'indagine di Fp e del Forum, quindi, "il lavoro pubblico viene visto come un contesto in cui sono riconosciute le proprie competenze: questa è la nota positiva. Quella più negativa è che il pubblico non svolge ancora un ruolo di problem solving, ovvero il Paese non vi si affida in termini di competenze e per le soluzioni dei problemi".

Su questo aspetto è necessario migliorare, secondo Dominici: "Dobbiamo portare nella Pa dei talenti, introdurre giovani che vogliono avere ruolo attivo. Nell'attuale fase storica il pubblico deve diventare un soggetto cardine, che sappia valorizzare i talenti per migliorare attività e innovazione. In altre parole, oggi non abbiamo bisogno di burocrati, ma di persone che entrano nel settore per sostenere le grandi sfide e complessità che abbiamo davanti. Non si tratta semplicemente di un pubblico che svolga il suo lavoro, il ruolo di servizio: bisogna uscire dalla cultura dell'adempimento ed entrare nella cultura della soluzione. Speriamo che la nostra indagine - l'anno prossimo - dimostri che anche su questo la percezione è migliorata".

"Le pubbliche amministrazioni sempre di più rispondono a missioni diverse, complesse, che presuppongono grande propensione al cambiamento, all’innovazione e all’integrazione operativa e soprattutto di programmazione". Così esordisce la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. "Il lavoro - quindi - reagisce a queste trasformazioni che attengono i profili, i compiti, i servizi con una domanda di competenze, flessibilità organizzativa, valorizzazione professionale". In questo senso "il questionario mette in evidenza nodi cruciali, quali la formazione e le aspettative legate alla carriera, a cui stiamo dando risposta nei contratti collettivi che stiamo rinnovando. La loro parte più importante è proprio la riforma de l’ordinamento professionale e il nuovo sistema di classificazione". 

Inoltre, prosegue Sorrentino, "incarichi e progressioni possono essere funzionali alla trasformazione: dobbiamo passare da una pubblica amministrazione che lavora per procedure ad una pubblica amministrazione che programma per obiettivi le proprie azioni, ne valuta gli esiti e risponde ai bisogni dei cittadini con appropriatezza, velocità, prossimità. Investendo sul lavoro delle persone e su un nuovo patto di cittadinanza, in cui pubblico sia valore collettivo e universale". 

Il successo del progetto di Fp Cgil con FPA, dunque, "riguarda sia la piattaforma di preparazione ai concorsi, che i corsi per le progressioni che la formazione relativa all’acquisizione di soft skills o aggiornamento professionale. Questo è fare sindacato digitale, sindacato di innovazione, sindacato di prossimità. Soprattutto inclusione e promozione del valore delle competenze professionali e delle conoscenze individuali, come parte di un progetto più ampio di finalizzazione cognitiva del settore pubblico al servizio di una visione fortemente valorizzante di tecnologie, fattore umano e modelli organizzativi che rompono gli schemi di verticalizzazione e promuovono cooperazione e partecipazione". 

"Siamo molto soddisfatti - conclude Sorrentino - che azione sindacale, sentire delle lavoratrici e dei lavoratori, contrattazione collettiva trovino corrispondenza, perché sono un potenziale enorme per un nuovo paradigma di pubblica amministrazione con al centro la persona che lavora per il benessere delle persone e investe su di esse".