"Grazie al nostro sindacato Cgil di Bologna, e dopo tante lotte, siamo riusciti ad essere assunti direttamente. Ed ora si sta più tranquilli". Giovanni scandisce le parole con orgoglio e ufficialità. Da tanti anni lavora alla Palletways di Bologna, multinazionale della logistica che proprio sotto alle due Torri ha scelto di aprire il suo stabilimento più grande ed importante in Italia. Lo stabilimento più grande e rappresentativo che, pure, fino a poco tempo fa annoverava fra i dipendenti diretti solo gli impiegati. Mentre i circa 150 operai della logistica erano dipendenti di società e cooperative in appalto. Una giungla di contratti, condizioni lavorative e scarsi diritti che quasi ogni anno si trovava a scavalcare l'ostacolo dei cambi appalto. Con la costante preoccupazione, per i lavoratori, di rimanere all'improvviso e dopo tanto tempo senza un posto.

"Per anni abbiamo assistito i lavoratori, contestando una serie infinita di errori contributivi e retributivi di ogni genere - racconta Susanna Sandri, sindacalista Filt Cgil Bologna che segue il settore della logistica - dalla mancata applicazione del contratto collettivo nazionale di riferimento, al mancato versamento dei contributi e agli errori in busta paga". Per non parlare della continua spada di Damocle dei cambi appalto. Finché il sindacato non ha chiesto alla multinazionale committente uno scatto di responsabilità: "Finalmente, operai che da tanti anni lavoravano di fatto per Palletways ma con condizioni peggiori si sono visti riconoscere una maggiore tranquillità, l'inquadramento nel giusto contratto nazionale, i contributi. Oltre ad una maggiore motivazione, professionalizzazione e sicurezza".

In circa 150 hanno finalmente ottenuto l'assunzione diretta, e con essa il riconoscimento di diritti sul lavoro che per molti dovrebbero essere il minimo. Eppure, spiega la sindacalista, "benché sia l'obiettivo da raggiungere che ci siamo posti in ogni azienda, un accordo come quello è ancora fra i pochi", a cui è seguito pochi mesi fa quello in Tnt Fedex oltreché in altre aziende più piccole. "Per il sindacato è fondamentale tendere a questo risultato, innanzitutto per garantire diritti e sicurezza a chi lavora. Inoltre si tratta di una delle principali armi contro l'illegalità nel comparto della logistica: obbligando il committente ad assumere direttamente i propri lavoratori, vengono automaticamente escluse dal mercato cooperative 'cattive'. E il nuovo datore garantirà al dipendente condizioni di legalità che spesso purtroppo le società spurie trovano il modo di scavalcare".