È stata la prima volta a livello mondiale. La firma del protocollo di relazioni industriali tra Amazon e i sindacati confederali dello scorso 15 settembre è un fatto storico che pone le basi per ottenere miglioramenti delle condizioni dei lavoratori del colosso americano. Un fatto ancor più rilevante alla luce dei mezzi utilizzati dall'azienda negli Stati Uniti per scoraggiare l'attività sindacale dei propri dipendenti.

Il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio, non nasconde la propria soddisfazione. "È un fatto storico – sottolinea – la prima volta che accade a livello nazionale in realtà di questo tipo. Il merito delle questioni rimane ancora da risolvere, ma oggi abbiamo gli strumenti per prevenire il conflitto e per governarlo".  

Il contratto nazionale. "Un primo vantaggio per i lavoratori – spiega Malorgio – è il fatto che sia già partita una fase di trattativa per costruire un accordo di premialità a livello nazionale e questo è frutto del fatto che le due parti, cioè il sindacato confederale e Amazon, si sono riconosciute reciprocamente".

Un percorso partito sei anni fa. È stato un lavoro lunghissimo – ricorda il leader della Filt – dalla sindacalizzazione dei primi driver nei bar di provincia perché spaventati dal farsi vedere con il sindacato. Poi le prime assemblee, le prime rivendicazioni, i primi scioperi territoriali,  l’ingresso nei magazzini di Amazon. Il grande sciopero nazionale che abbiamo fatto in marzo è stato un elemento decisivo sia per il livello della mobilitazione che per la visibilità".

Il ruolo del sindacato. "La verità – continua Malorgio – è che i lavoratori di fronte all’azienda sono sempre deboli. La multinazionale ribadiva di avere un rapporto diretto con il lavoratore e di essere in grado di rispondere alle sue esigenze. La verità è che quel lavoratore lasciato da solo non è in grado di rispondere alla forza dell’impresa. Per questo l’iscrizione al sindacato, a un sindacato importante come la Cgil, significa costruire tutti assieme condizioni migliori perché si deve pensare non solo alla propria situazione ma anche a quella del lavoratore che sta di fianco: perché prima o poi inciderà sulla tua condizione e la peggiorerà".

Governare il futuro. "Nella firma del protocollo, altrettanto decisivo è stato il ruolo di mediazione assunto dal governo – evidenzia Malorgio – anche questo un elemento inedito e non così comune nella storia italiana. Ma c'è ancora molto da fare. La logistica è un settore strategico. Il governo deve riconoscere questo elemento e dotare il comparto di regole che consentano di avere maggiore trasparenza e lo stesso trattamento contrattuale sia nelle imprese dirette che negli appalti. La prevenzione del conflitto deve basarsi sulla contrattazione del salario e sul miglioramento delle condizioni delle persone. Il sindacato non può farcela da solo senza la consapevolezza da parte della politica. Questo è un settore che merita attenzione e interventi".

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