Riprende il confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali con il tavolo convocato dal ministero del Lavoro per lunedì 9 agosto alle 15.30, a cui partecipano tutti i sindacati, i rappresentanti delle imprese, e le parti interessate. L’obiettivo, fare un ulteriore passo in avanti nella discussione che vedrà come punto di partenza le linee guida stilate dal Ministero, per contribuire “a costruire un modello di welfare state inclusivo che sia compiutamente idoneo a fungere da strumento di realizzazione dell’uguaglianza sostanziale quale presidio fondamentale di tutela e garanzia della dignità umana”. Lo scopo prioritario della riforma è che non ci siano lavoratori esclusi dal sistema di protezione sociale, sia in costanza di rapporto di lavoro sia in mancanza di occupazione. Ma su come garantire questa inclusione e quindi sulle modalità per raggiungerlo che si gioca la partita principale.  

 “Per noi è importante che si costruisca un sistema di ammortizzatori sociali che sia universale -  spiega Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil -. Quello a cui vogliamo arrivare è che tutti i lavoratori, indipendentemente dalla classe dimensionale dell’impresa in cui sono impiegati, abbiano diritto agli ammortizzatori, alla cassa ordinaria, alla cassa straordinaria e alla Naspi. La proposta del Ministero, invece, mira a creare un sistema differenziato, per cui gli strumenti saranno diversi a seconda della classe dimensionale dell’azienda”. Si tratta di una discussione che andrebbe accompagnata da un confronto sul mercato del lavoro e sulle forme di contrasto alla precarizzazione. Un tema molto importante e di stringente attualità, perché la pandemia ha evidenziato i limiti di un sistema che ha lasciato fuori dalla protezione sociale proprio i lavoratori più deboli.  

“Il tavolo di lunedì dovrebbe aiutare a trovare una condivisione il più possibile ampia tale da spingere il governo e inserire nella legge di Stabilità le risorse adeguate per sostenere il progetto – conclude Scacchetti -. Inoltre, è necessario che il governo apra un confronto con le parti sociali sulle politiche attive, nell’ambito delle quali riteniamo sia fondamentale l’apprendimento permanente”.