LA vertenza
Embraco, ultimo schiaffo. Giorgetti: proposta Italcomp non perseguibile

Beffa per la fabbrica piemontese e per l'altro stabilimento a Mel in Veneto, che sull'idea di un grande polo di produzione di compressori per frigorifero avevano riposto le speranze di rinascita e garanzia per 700 lavoratori ormai sull'orlo del baratro. "Siamo alla commedia se non alla farsa! Spettacolo deprimente sulla pelle dei lavoratori!", il commento di Stefano Bona, segretario Fiom di Belluno
Sembra davvero uno schiaffo in piena faccia. Per i 400 operai della ex Embraco di Riva di Chieri, provincia di Torino, che da settimane presidiano piazza Castello e sono stati di fatto già licenziati. Per i loro colleghi della Acc di Mel, provincia di Belluno, in estrema difficoltà. Quasi 700 lavoratori che da anni lottano per resistere e che avevano trovato nel progetto Italcomp, un grande polo di produzione di compressori per frigoriferi per il mercato europeo, non soltanto una soluzione ai loro problemi, ma un vero e proprio strumento di rilancio e sviluppo per l'intero settore e per l'industria nazionale. Niente da fare, alla fine. Dopo mille dichiarazioni, piccole fughe in avanti sulla carta e molti passi indietro, il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, nel peggiore dei modi, con una dichiarazione a mezzo stampa, ha chiuso la porta. E tanti saluti.
“Abbiamo esplorato, - le parole del ministro - insieme con la viceministra Todde, tutte le possibilità della proposta Italcomp del commissario straordinario di Acc che avrebbe potuto coinvolgere Embraco. Purtroppo, pur consapevoli della situazione delicata e difficile, non ci sono le condizioni essenziali cioè proposte di investitori privati per proseguire con esito positivo su questa strada. Obiettivo è superare l’attuale stallo e in questo senso continuano senza sosta le valutazioni della viceministra Todde, che ha la mia fiducia e che sta seguendo da tempo la vicenda di questa crisi”. Insomma, titola anche l'Ansa, "Italcomp, proposta non perseguibile".
Durissima la reazione di Stefano Bona, segretario generale Fiom Belluno e di Ugo Bolognesi, della Fiom di Torino. "In total spregio delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori apprendiamo a mezzo stampa da parte del ministro Giorgetti la non perseguibilità del progetto Italcomp. Prendiamo atto della ritrovata sintonia e unità di intenti tra il ministro e il vice ministro Todde ma non possiamo non precisare che il progetto Italcomp era stato presentato in veste ufficiale dalla stessa Todde il 15 Settembre in prefettura a Torino, il 2 ottobre in quella di Belluno in presenza di tutte le cariche istituzionali e poi ratificato il 12 novembre al tavolo ministeriale. Lo scorso 23 Aprile nell'ultimo tavolo ministeriale il viceministro Todde aveva ribadito in modo chiaro la prosecuzione del progetto e dichiarato il tavolo aperto salvo poi con la farsa del verbale, scritto o non scritto, ancor oggi sconosciuto, sconfessare se stessa e il governo. Appare come minimo bizzarro che il "fidanzamento" Todde-Giorgetti chiuda definitivamente il progetto Italcomp, ribadiamo concepito e proposto dal governo con l'allora ministro Patuanelli. Veramente il cosiddetto governo dei migliori pensa che siamo tutti degli stupidi e in quale parte della loro azione di governo risiede il rispetto delle parti, lavoratori in primis! Infine, quali soluzioni per Acc se Italcomp è morto! svendita a Bengalesi o a grandi gruppi che la distruggerebbero? Oppure un piano di rilancio con l'arrivo dei finanziamenti promessi? Siamo alla commedia se non alla farsa! Spettacolo deprimente sulla pelle dei lavoratori!".
"Il progetto è stato liquidato con troppa leggerezza dal ministro", commentano Fim, Fiom e Uilm nazionali. "In questi mesi i lavoratori di Acc ed Embraco hanno sostenuto la costituzione del polo con sacrifici salariali. La dichiarazione di Giorgetti è ingiusta e speriamo non precluda a un impegno occupazionale in favore dei lavoratori. Anche per questo chiediamo l'immediata riconvocazione del tavolo al Mise".