Non solo la (sacrosanta) protesta, ma l’apertura di una vera e propria vertenza e di una discussione nel Paese sulla sicurezza che porti a “un accordo con il governo, le parti datoriali, istituzioni e enti preposti alla tutela della sicurezza". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha aperto oggi la mobilitazione organizzata dalle tre confederazioni dal titolo emblematico: “'Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro” a cui hanno partecipato anche delegati e rappresentanti per la sicurezza. 

Landini ha anche annunciato le tappe di questo percorso di mobilitazione. Il primo appuntamento è per il 20 maggio, quando si svolgeranno in tutte le aziende assemblee dei lavoratori proprio per sollecitare un accordo con il governo. Una data non casuale, quella del 20 maggio, che richiama l'anniversario dello Statuto dei lavoratori del 1970. Proprio perché, ha aggiunto, “è arrivato il momento di un nuovo Statuto dei lavoratori sulla salute e sicurezza". A seguire ci sarà una settimana a fine mese dedicata alla sensibilizzazione sui temi della salute e sicurezza sul lavoro. 

Di una vera e propria strage – senza girarci troppo intorno – bisogna parlare. È bastato che il covid allentasse un po’ la morsa e, con la ripresa delle attività economiche, è ricominciata la tragica regole del tre: (almeno) tre morti al giorno. Tre persone che escono per andare al lavoro e non tornano più a casa.

Insomma, non si può più stare con le mani in mano. Per il leader della Cgil “è necessario che il paese si doti di un vero piano strategico in cui la sicurezza diventi un investimento e un elemento di qualità". Proprio per questo, la sicurezza dovrebbe addirittura “diventare materia di insegnamento nelle scuole superiori".

Secondo Landini è "necessario produrre un cambiamento sul piano legislativo, contrattuale e dei comportamenti per far sì che le persone non debbano morire mentre stanno lavorando". Il "paradosso", ha osservato, è che "con meno ore di lavoro e con il lavoro a distanza stanno aumentando le morti".

Non ultimo, in questa partita, il ruolo giocato dalle risorse senza precedenti messe in campo dall’Europa per uscire dalla crisi provocata dalla pandemia e che “rappresentano una occasione storica per ridisegnare un paese che crea lavoro”. Tuttavia, ha rimarcato il dirigente sindacale, “ci deve essere un obiettivo chiaro: il lavoro che si crea deve essere sicuro e stabile". Quindi "le risorse alle imprese devono essere condizionate al rispetto delle leggi e dei contratti. Questo vuol dire l'estensione in tutti i luoghi di lavoro di un rappresentante per la sicurezza e che sia coinvolto nelle scelte". 

E poiché le imprese non sono tutte uguali, è anche giusto introdurre, ha concluso il segretario generale della Cgil, una "patente a punti per valorizzare e incentivare chi rispetta le norme" e che consente di "bloccare la produzione a chi non lo fa". Insomma: un patto tra lavoratori, aziende sane e una politica che costruisca le condizioni per uno sviluppo di qualità nel paese, rispettoso dell’ambiente e della salute e sicurezza di donne e uomini.

A richiamare l'attenzione sulla drammaticità della situazione è stato anche il segretario generale della Uil, Pierluigi Bombardieri. "È un'emergenza nazionale – ha detto nel suo intervento –. Saremo propositivi, ma siamo anche arrabbiati. Non ne possiamo più. Non ne possiamo più di stragi sul lavoro, di famiglie straziate dal dolore, di promesse e ne abbiamo sentito troppe, di silenzi assordanti, di un'ipocrisia evidente di chi si indigna nel giorno della tragedia e dimentica il giorno dopo".

Per Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, "è un bollettino di guerra. Un'emergenza nazionale che offende i valori della Costituzione e macchia in modo indelebile la dignità e la credibilità delle istituzioni". Per la Cisl, dunque, "non c'e' piu' tempo da perdere. Al Governo chiediamo di rilanciare controlli e ispezioni assumendo subito nuovi ispettori e medici del lavoro; dare piena attuazione al Testo Unico 2008; avviare una campagna di sensibilizzazione ad ogni livello, cominciando dalle scuole".

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