Hanno scioperato perché il loro posto è stato cancellato dallo smart working. I lavoratori e le lavoratrici delle mense di Torre San Giorgio, riservata ai dipendenti ABB di Sestri Ponente, e di Fiumara, gestite da Ifm, la stessa azienda che ha l'appalto di ristorazione in Leonardo, dal 1 maggio rimarranno a casa in cassa integrazione. Ma non ci stanno a celebrare così la festa del lavoro. Ieri hanno incrociato le braccia in solidarietà con i dipendenti di Leonardo e partecipato al loro presidio di protesta, mobilitati per difendere la permanenza dell’automazione all’interno del sito genovese, consapevoli che fare uscire la business unit dal perimetro aziendale significherebbe dare un colpo pesantissimo, forse definitivo, allo stesso sito.

 

“Chiediamo la collocazione di tutte le lavoratrici – afferma Daniele Grondona, Ficalms Cgil Genova - e se c’è un cambio di appalto, che siano garantiti la continuità occupazionale e il reddito”. In un panorama in cui a Genova le mense aziendali hanno subito un forte calo di utenza a causa dello smartworking, la richiesta è che le committenze si assumano le loro responsabilità evitando di chiudere realtà, come quelle legate al servizio mensa e alla fruizione del pasto, che costituiscono un diritto per i dipendenti e allo stesso tempo una garanzia occupazionale per le persone che in appalto ci lavorano.

"Se dovesse chiudere la divisione automazione di Leonardo, il contraccolpo sui servizi in appalto potrebbe essere pesantissimo – sottolinea Viviana Correddu, Filcams Cgil Genova -. Si potrebbe registrare un calo pasti importante in un periodo storico segnato dalla pandemia e dal lavoro a distanza. Per questo abbiamo scioperato ieri (21 aprile, ndr) per l'intero turno con il comparto ristorazione, pulimento e movimentazione in appalto alla Leonardo, seguendo la mobilitazione dei dipendenti diretti".