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Cgil, Cisl e Uil del Veneto condannano fermamente la violenza digitale contro le donne, odiosamente rappresentata dai recenti fatti di cronaca emersi da social e web. “Una violenza vera e propria, che si inserisce perfettamente in un contesto più ampio di lesione della dignità e cultura dello stupro, attraverso la diffusione di immagini rubate e trasformate in contenuto pornografico – scrivono le segretarie generali di Cgil, Cisl e Uil del Veneto, Tiziana Basso, Stefania Botton e Lorenza Cervellin.
“Espressione del patriarcato”
Quelli emersi nelle cronache di questi giorni non sono casi isolati. “Sono – si legge nella nota – espressione del patriarcato che assegna all’uomo qualsiasi diritto sul corpo della donna. Proprio per questo l’indignazione non basta, serve un cambiamento culturale radicale e trasversale”.
Per Cgil, Cisl e Uil, citando il Preambolo della Convenzione di Istanbul, il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante a creare un quadro completo per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, è necessario che le istituzioni venete si impegnino concretamente per avviare un cambiamento, “riconoscendo che il raggiungimento dell’uguaglianza di genere de jure e de facto è un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne; riconoscendo che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione; riconoscendo la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere, e riconoscendo altresì che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.
“Chiediamo azioni educative strutturali”
“Da anni – ricordano nella nota le segretarie generali di Cgil, Cisl e Uil – chiediamo azioni educative strutturali, ad iniziare dalla scuola dell'infanzia, perché la cultura delle Pari opportunità diventi patrimonio di tutte le persone. Questo oggi sarebbe possibile aumentando i finanziamenti già previsti per i progetti elaborati dalla Commissione pari opportunità della Regione Veneto che partiranno con la formazione di un gruppo ristretto di docenti che dovranno formarsi sui temi dell’accettazione e del rispetto dell’altro e delle differenze. Oggi più che mai ribadiamo che il contrasto alla violenza contro le donne, fisica, psicologica, economica e digitale, deve essere una priorità per tutte le istituzioni”.