Nella manovra, il governo, nonostante proclami di “cambiamento” sull’università, ha confermato misure inadeguate e insufficienti, in continuità con le politiche di disinvestimento degli ultimi 10 anni, mettendo in serio rischio la tenuta del sistema pubblico universitario, senza alcun tipo di inversione di rotta. È quanto affermano i “Ricercatori determinati”, i precari della ricerca universitaria, in mobilitazione ormai da mesi.

La legge di bilancio, infatti, “congela” 100 milioni nella previsione, di cui 40 mln agli Atenei, 30 mln alla ricerca di base e 30 mln al fondo per il diritto allo studio, in aggiunta ad investimenti di FFO che non rivedono le quote premiali di riparto e che non tengono conto minimamente della scure di questi anni su corsi di laurea e sul blocco del turn over.

Viene poi confermato il blocco delle assunzioni sino al 1 dicembre 2019 sui punti organico previsti per il medesimo anno. Gli stessi punti organico che vengono erogati con fortissimo ritardo dal Miur e che costringe le università a non bandire un numero di concorsi necessari  affinchè i ricercatori raggiungano un presente e un futuro stabili.

“Il 2019 avrebbe dovuto rappresentare l’anno del cambiamento per l’Università, la ricerca ed il diritto allo studio”, scrivono i ricercatori, mentre “nel 2019 studieranno, sempre di più, solo studenti che possono permettersi di affrontare costi tra i più alti in Europa; la didattica e la ricerca continuerà a vivere sulle spalle di precari. L'Università entrerà ancora più in crisi. Il nostro Paese continuerà ad essere fanalino di coda negli investimenti e nella programmazione economica in Istruzione e Ricerca”.

Gli studenti e i ricercatori, hanno anche lanciato un “video-messaggio di fine anno”, un appello affinchè si rimetta al centro “il ruolo sociale dell’Università” e per coinvolgere la società e la cittadinanza “sulla necessità di avviare un iter di riforma del pre-ruolo, di un ordinamento ordinato e ciclico, di una Legge nazionale quadro sul Dsu e tante altre misure che darebbero respiro e visione al nostro Paese per uscire dalla crisi”.