Le liste di attesa vanno abbattute, la salute dei cittadini va tutelata, ma le proposte indicate dalle diverse forze politiche che si presentano alle elezioni sono diverse. Di centralità del Ssn e di aumento delle risorse parlano, con accentuazioni diverse, Pd-Italia Democratica e Progressista, Verdi-Sinistra e Unione Popolare. Mentre le forze di centrodestra riservano attenzione al rapporto con il privato. Forza Italia indica un “miglioramento del livello di efficienza del sistema puntando su moderni percorsi di aziendalizzazione del soggetto pubblico e su una maggiore integrazione della componente pubblica e di quella privata. Investimenti sulla ricerca sanitaria”. La Lega, tra le altre cose, propone di “individuare misure volte a garantire il rispetto dei volumi della libera professione rispetto all’attività prestata dal Ssn” e ritiene la sanità privata convenzionata “importante nella programmazione sanitaria regionale”. Anche per il Terzo polo è importante migliorare la sinergia tra sanità pubblica e privata. Ma vediamo più nel dettaglio i programmi.

Centrosinistra
Il Pd-Italia Democratica e Progressista definisce la salute “un bene pubblico fondamentale”. Per tutelarlo ed estenderlo si impegna a: “superare il modello di programmazione della spesa sanitaria costruita per comparti chiusi e tetti di spesa. Investiremo sulle Case della Comunità come modello in grado di farsi prossimo alle esigenze di tutta la popolazione, in un’ottica di prossimità e multidisciplinarietà. Finanzieremo un Piano straordinario per il personale del Ssn, superando definitivamente i tetti di spesa in vigore da più di 10 anni, riducendo il ricorso a personale non strutturato (lavoratori precari, collaborazioni esterne ed esternalizzazioni), rafforzando e incentivando la presenza sul territorio dei medici di medicina generale e degli infermieri di comunità, garantendo il tempestivo rinnovo dei contratti di lavoro. Un Piano finanziato attraverso un adeguato incremento del Fondo Sanitario Nazionale, affinché nessuno si ritrovi solo quando ha bisogno di assistenza. Lanceremo un piano straordinario per la salute mentale”. Mentre per quanto riguarda le liste di attesa: “Ci impegniamo a dimezzarne entro il 2027 i tempi massimi riformando l’attuale Piano Nazionale Governo Liste d’Attesa con l’introduzione di un sistema di incentivi-sanzioni e di mobilità tra strutture sanitarie”. Infine: “Vogliamo garantire la piena tutela del libero esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne e la piena applicazione in tutto il Paese della legge 194/1978”.

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Lungo e dettagliato il capitolo salute nel programma di Verdi–Sinistra. Tutto ruota attorno alla centralità del servizio pubblico su cui investire per rilanciarlo. Tra le proposte presentate, vi sono: “L’inserimento dell’obiettivo ‘salute’ in tutte le politiche, potenziamento dei servizi di prevenzione e tutela ambientale. Un Piano di rafforzamento strutturale del personale dipendente, con l’assunzione di complessivi 40 mila operatori in tre anni. La revisione dei servizi esternalizzati, garantendo innanzitutto le condizioni di lavoro e la giusta retribuzione del personale e procedendo a un graduale ritorno alla gestione diretta, a partire dai settori strategici. Il superamento delle convenzioni nazionali dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta, degli specialisti ambulatoriali, della medicina dei servizi con inserimento di queste figure professionali nel Contratto Unico di dipendenza dal Servizio Sanitario Nazionale".

Centrodestra
Il programma della coalizione è davvero generico, si va dal miglioramento della sanità di territorio all’aggiornamento dei piani pandemici; dal riordino delle scuole di specializzazione in area medica alla revisione del piano oncologico nazionale.

Anche Fratelli d’Italia elenca una serie di buoni propositi senza specificare chi come e quando dovrà erogare i servizi. “Superare lo stallo della pandemia: ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di screening, rafforzamento della medicina predittiva con un meccanismo di premialità nell’accesso al sistema sanitario per chi segue un regolare e concordato percorso di monitoraggio dello stato di salute. Abbattimento dei tempi delle liste di attesa. Creazione di un’autorità Garante della Salute”. E ancora: “Incentivare la diffusione e lo sviluppo della telemedicina, delle cure domiciliari e dei presidi territoriali nelle aree interne a scarsa densità abitativa. Ridurre le disuguaglianze tra le Regioni nell’erogazione delle prestazioni sanitarie e dei Livelli essenziali di assistenza (Lea)”. Quel che appare evidente è che mai viene menzionato il Sistema Sanitario pubblico né si fa cenno ai finanziamenti.

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Lungo e articolato il programma della Lega. Si chiede il mantenimento del finanziamento del Ssn a carico “prevalentemente” della fiscalità. La domanda che sorge spontanea è se venisse approvata l’autonomia differenziata da quale fiscalità si finanzierebbe il Ss in Calabria e da quale in Lombardia. A parte ciò, la Lega vuole la “libertà di scelta terapeutica” senza più obbligo vaccinale. Tra le proposte di dettaglio si segnalano: “Individuazione di misure volte a garantire il rispetto dei volumi della libera professione rispetto ai volumi dell'attività prestata in Ssn. Individuazione di misure volte a un maggior coordinamento tra gli attori e ripensamento dei modelli organizzativi”. E si sottolinea: “Il ruolo della sanità privata convenzionata, in questo momento storico, può rivelarsi importante nella programmazione sanitaria regionale, mantenendo sempre la sanità privata convenzionata complementare alla pubblica”. Privato convenzionato, è bene ricordarlo, significa pagato con i soldi pubblici.

Anche per Forza Italia si va dall’abbattimento delle liste di attesa, alla revisione dei Lea passando per il potenziamento della medicina territoriale e alla revisione della Missione 6 del Pnrr. E tutto ciò si potrà fare attraverso il “miglioramento del livello di efficienza del sistema puntando su moderni percorsi di aziendalizzazione del soggetto pubblico e su una maggiore integrazione della componente pubblica e di quella privata”.

Movimento 5 Stelle
Molto sintetico e per punti il capitolo sulla salute del Movimento: “Basta interferenze della politica nelle nomine dei dirigenti sanitari. Riforma del Titolo V della Costituzione per riportare la salute alla gestione diretta dello Stato ed evitare le attuali disfunzioni dei 20 sistemi regionali, a maggior ragione emerse con la pandemia. Potenziamento e accessibilità alle terapie innovative e avanzate. Incentivi per i Pronto Soccorso. Aumento delle retribuzioni per il personale sanitario”.

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Terzo polo
Lo schieramento guidato da Calenda chiede la riforma della governance tra Stato e Regioni con una sorta “ridefinizione” del Titolo V. Si vuole ridefinire il rapporto tra medicina ospedaliera assistenza primaria, medicina territoriale e servizi sociali. Si chiede di incrementare gli investimenti in servizi di prevenzione. Serve, inoltre, un piano straordinario per le liste di attesa. Per fare tutto questo: "è necessario istituire modalità più trasparenti nel differenziare servizi pubblici e privati in modo che questi possano collaborare in sinergia e integrarsi tra loro, con l’obiettivo primario di mettere al centro i bisogni del paziente e del sue scelte di cura in un sistema integrato pubblico/privato”.

Unione popolare
Dieci proposte per il rilancio del Servizio sanitario pubblico il cui finanziamento “non scenda mai sotto la media europea (7,3 per cento del Pil)”. E poi: “Aumentare i posti letto per 1000 abitanti (in Italia 3,2 nel 2017, a fronte di una media europea che supera i 5) e il personale medico e sanitario, anche per eliminare le prestazioni intra moenia e ricostruire la rete dei medici di base, raddoppiando subito il numero delle formazioni annue”. Ancora: “Fornire assistenza gratuita agli anziani non autosufficienti e un quadro normativo adeguato alla tutela e all’assistenza di tutte le forme di disabilità. Aumento delle pensioni di invalidità, più fondi per eliminazione barriere architettoniche, più risorse per assistenza domiciliare e ampliamento dei Lea (livelli essenziali di assistenza) per terapie abilitative e riabilitative. Investire massicciamente sulla medicina territoriale non solo sulle strutture, ma anche per l’assunzione di personale per un rilancio della prevenzione a livello territoriale. Reinternalizzazione dei servizi esternalizzati e ritorno al pubblico dei servizi dati in appalto con riassorbimento del personale coinvolto”.