A distanza di due anni dalle scosse del 2016, la Fillea Marche fa il punto su emergenza, ricostruzione e sisma. Nell’ambito della tavola rotonda che si è tenuta sabato 15 dicembre a Muccia si sono ribadite le forti criticità attraversate dalla regione, a partire dalla fase dell’emergenza. “La lentezza e le difficoltà riscontrate nell’emergenza sono un pessimo biglietto da visita per la partenza della ricostruzione vera e propria – scrive in una nota il sindacato dei lavoratori edili –. Si pensi che, nelle sole Marche, sono 42.265 gli edifici pubblici e privati inagibili e gli uffici speciali per la ricostruzione hanno iniziato ad occuparsi degli edifici con danni lievi che, nella nostra regione, sono 38.147. Ma al 1° dicembre scorso sono pervenute solo 3.945 richieste di contributo, pari a circa 10% del totale. Quindi, ad oltre due anni dalle principali scosse, le domande approvate dalla Regione sono circa il 30% di quelle presentate (neanche il 3% circa del totale del cratere).

“Sempre al 1° dicembre – continua la Fillea – sono stati aperti 1.172 cantieri. Nella fase dell’emergenza, purtroppo, i cantieri delle Sae si sono contraddistinti per gravi irregolarità e per ricorso al lavoro nero: si sono registrati numerosi aspetti problematici, tra questi la sicurezza, la legalità, la qualità della ricostruzione (e del ricostruito). Non è andata meglio su un altro grande appalto inerente al campus dell’Università di Camerino: nel corso di un controllo dell’Ispettorato del lavoro e dei Carabinieri sono stati rilevati lavoratori in nero di diverse nazionalità, così le autorità hanno messo sotto sequestro il cantiere, hanno sospeso l’attività di due aziende e comminato una multa di 40.000 euro”.

Per la Fillea Cgil è dunque importante ribadire “la necessaria azione di prevenzione e controllo negli appalti e subappalti nell’area del sisma 2016”. “Tanti appalti e molti soldi che fanno gola a organizzazioni criminali e mafiose – scrive ancora il sindacato – si prestano a fenomeni di possibile corruzione, forme diffuse di illegalità e sfruttamento dei lavoratori. Per prevenire e contrastare tutto questo il sindacato fa ovviamente la propria parte, agendo con la negoziazione preventiva e il confronto istituzionale, in stretto rapporto con gli organi di vigilanza preposti ai controlli”.

In particolare – ricorda la Fillea Cgil – negli ultimi mesi, il sindacato ha attivato il Durc con congruità (che consente di stabilire un rapporto tra il valore dell’appalto e il numero di persone che ci lavorano) e il settimanale di cantiere (previsto dalle III linee guida antimafia) che monitora in anticipo le dinamiche produttive di ogni singolo cantiere, trasmettendo alle Prefetture locali e alle Casse edili il programma dei lavori della settimana successiva con l’elenco nominativo, la qualifica, il nome dell’impresa e l’elenco delle singole partite Iva e dei lavoratori che verranno impegnati su quel singolo sito produttivo.

“Il buon esito della ricostruzione dipende anche dall’impegno che ciascun soggetto è in grado di portare: il sindacato sta svolgendo il proprio ruolo, la speranza è che ciascuno sia all’altezza della sfida che lo attende”, conclude la Fillea delle Marche.