Alla vigilia delle nuove consultazioni previste per domani (27 agosto) al Quirinale – che dovrebbero portare a una soluzione, in un senso o nell’altro, della crisi politica che si è venuta a determinare dalle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte – la Cgil chiede un governo che cambi le politiche di questi anni. “Non mi riferisco solo all’esecutivo appena caduto, ma anche ai precedenti”, ha detto il segretario generale Maurizio Landini in un'intervista apparsa ieri (domenica 25 agosto) sul Corriere della Sera: “Del resto – aggiunge – sono queste le ragioni sulle quali abbiamo costruito con Cisl e Uil una piattaforma unitaria e l'abbiamo sostenuta nelle piazze. E ora in Europa c'è l'occasione di cambiare le politiche di austerità. Siamo in una congiuntura sfavorevole e anche la Germania, come la Francia, ha bisogno di politiche espansive. L'Italia potrebbe giocare un ruolo importante e sarebbe un errore strategico non cogliere questa opportunità”.

Per il segretario di corso d’Italia la vera questione è “cosa fanno gli esecutivi al di là dei colori. Quello che serve quindi è un governo in grado di combattere le diseguaglianze, l'impoverimento economico e sociale, che rimetta al centro un nuovo modello di sviluppo, riformi la pubblica amministrazione, rilanciando i diritti fondamentali del e nel lavoro, puntando sull'economia della conoscenza, sulla salute e sul rispetto dell'ambiente”. Inoltre, secondo l'esponente sindacale, “un nuovo governo avrebbe bisogno di ricostruire un rapporto vero con le parti sociali. L'idea della disintermediazione si è dimostrata foriera di errori e di allontanamento tra la politica e i cittadini”. Quanto alla figura specifica del premier, il segretario della Cgil osserva che l'ex presidente del Consiglio “in Parlamento ha dimostrato coraggio politico e un profilo istituzionale importante quando, nel rispetto della Costituzione, ha messo il Paese nella condizione di sapere con trasparenza le ragioni della crisi e i problemi da affrontare. Inoltre, riconosco che è stato il presidente del Consiglio che ha riaperto i tavoli con le parti sociali”.

Sono ore complicate e decisive. Credo che non ci possiamo limitare ad osservare la crisi politica ma che sia compito nostro delineare quello che serve davvero al Paese in nome e per conto delle persone che rappresentiamo”. Così il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti in un post pubblicato sul suo profilo Facebook. “Penso – continua Pedretti – ci sia l'assoluto bisogno di un governo con un serio programma di discontinuità rispetto al precedente, che guardi al lavoro e alle politiche sociali, che si occupi dei nostri giovani, della non autosufficienza, del finanziamento della sanità pubblica e di alleggerire le tasse per lavoratori e pensionati, che ricostruisca un clima di civiltà e di solidarietà dopo oltre un anno di odio e di razzismo. Personalmente – conclude il segretario dello Spi – ritengo che non ci dobbiamo infilare nel giochino dei nomi ma lasciare tale decisione alla saggezza del Presidente della Repubblica”.