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“Da una dichiarazione del ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, apprendiamo che il calo demografico, come ampiamente risaputo, si riverbererà sulle iscrizioni scolastiche dei prossimi anni. Per questo, secondo Giorgetti, occorre ripensare in chiave prospettica le strutture, il personale, la spesa dell’istruzione che saranno ridimensionati quantitativamente. Noi la pensiamo in modo diverso”: così Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil.
“Il decremento delle iscrizioni, che, come asserisce lo stesso ministro, è compensato parzialmente dal progressivo incremento degli iscritti con cittadinanza straniera e del tasso di scolarità della fascia dei 15-19enni è una buona occasione per fare altri ripensamenti. In una diversa chiave prospettica – sottolinea Fracassi –, si dovrebbe non ridimensionare le scuole che sono presidio di cultura e legalità in ogni angolo del Paese e aumentare la spesa in istruzione: l’Italia spende solo il 4% del suo Pil, mentre la media Ocse è pari al 4,9%”.
“Al contempo – continua la dirigente sindacale -, si dovrebbe pagare il dovuto al personale e smettere con aumenti di stipendio che non recuperano nemmeno l’inflazione; eliminare il precariato, vera piaga che pesa sulle vite delle persone e sulla qualità dell’offerta formativa; favorire l’accoglienza delle famiglie straniere in maniera regolata rimodulando l’acquisizione del diritto alla cittadinanza e aumentare in tutto il Paese il tempo scuola”.
“Risulta ingannevole ogni altra prospettiva, come pare essere quella del ministro, nel tentativo di associare al ridimensionamento delle strutture, del personale e della spesa l’idea del miglioramento della qualità. La verità è una sola: meno spesa, meno qualità. E a questa prospettiva la Flc Cgil non ci sta”, conclude Fracassi.