Il lungo incontro pomeridiano tra il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e i sindacati non ha disinnescato lo sciopero indetto per il 14 novembre. C’è però il rischio che sia uno sciopero separato, confermato solo dalla Cgil, col sostegno degli studenti. Cisl e Uil– si legge in un lancio Ansa della tarda serata – hanno infatti deciso di approfondire l'esame di alcune proposte 'tecniche' avanzate dal ministero, soprattutto per la stabilizzazione dei precari e i rinnovi contrattuali. L’appuntamento è per giovedì 13, alla vigilia dello sciopero.

La FLC CGIL, come detto, conferma lo sciopero dal momento che "ritiene del tutto insufficienti le proposte del Ministro rispetto ai comparti dell'Università, della Ricerca e dell'Afam". Lo rende noto il segretario generale della federazione, Mimmo Pantaleo. Che aggiunge: "Pur apprezzando alcune dichiarazioni di buona volontà del Ministro ad affrontare alcune criticità relative al problema del precariato e dei contratti,complessivamente vengono riconfermati i tagli previsti dalla legge 133 e l'impianto del decreto Brunetta. Abbiamo ribadito la disponibilità della FLC CGIL a proseguire il confronto partendo da un radicale cambiamento delle scelte fatte finora dal Governo. Per queste ragioni - conclude Pantaleo - è confermato lo sciopero e la manifestazione del 14 novembre".

Oggi è stato anche pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, mentre il Senato ha votato a favore dell'emendamento che riscrive l'articolo 3 del decreto sulla spesa sanitaria e degli enti locali, eliminando ogni taglio alle scuole per il 2008. Un altro segnale di retromarcia da parte della maggioranza che sostiene il governo Berlusconi, di fronte a una protesta che non accenna a placarsi.

Il decreto sull'università, invece, non annulla i tagli previsti dalla legge 133 (la Finanziaria d’estate), che però sono stati attenuati: la cifra stimata è di 1,5 miliardi di euro in meno per il 2010. Tra le misure principali del dl, stanziamenti di 530 milioni per le strutture virtuose, di 135 per le borse di studio e di 65 per alloggi e residenze universitarie. Inoltre, blocco delle assunzioni per gli atenei con i conti in rosso: le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Infine, finanziamenti ad hoc per chi eliminerà corsi e sedi distaccate considerate inutili.

Quanto al turn-over, ogni docente che andrà in pensione lascerà spazio a due ricercatori.

Le modifiche alle regole dei concorsi

Le commissioni che giudicheranno gli aspiranti docenti di prima e seconda fascia saranno composte da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da un solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando.

Cambiano anche le regole per il reclutamento dei ricercatori: le commissioni giudicanti saranno composte da un professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da due professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando.