Non è l'allarme e la solita attenzione sollecitata dalla Cgil. Si tratta di due distinti Report, usciti nel giro di una settimana a metà luglio, da parte della Dia (Direzione investigativa antimafia) e della Uif/Banca d'Italia sul consuntivo 2018 in merito alle crescenti criticità della economia malavitosa, sempre più funzionale agli interessi delle mafie.

Dia e Banca d'Italia: due punti di vista e soprattutto di operatività investigativa ben distinti e diversi, ma molto utili se letti, considerati e "affiancati" per meglio comprendere le criticità intrecciate con la nostra economia e le necessarie azioni di prevenzione sociale insieme al mondo delle imprese.

Conferme ed aggravanti ben leggibili e riferite alla nostra imprenditoria emiliano-romagnola. Siamo la regione che ancora conferma il buon primato nella crescita economica e del lavoro, ma con alcune amare e diffuse distorsioni.

L'unità centrale Uif di Bankitalia, che si occupa delle funzioni di contrasto al riciclaggio economico (e al finanziamento del terrorismo), raccoglie e opera sulla base delle "segnalazioni su operazioni sospette di riciclo" che arrivano da tutte le nostre province. Segnalazioni che, grazie a una buona legge, devono partire da ogni sede di banche, poste, assicurazioni, consulenti, avvocati, commercialisti, a fronte di proposte di operazioni considerate sospette di irregolarità o illegalità.

L'Emilia-Romagna, nell'anno che abbiamo alle spalle, è in una situazione critica insieme a Lombardia e Veneto, con ben 6.887 segnalazioni sospette arrivate a Bankitalia con un incremento dell'8,7% - circa il doppio del 4,5% nazionale - sull'anno precedente (vedi allegati).

Vuol dire che ogni giorno che passa, domenica compresa, dai nostri comuni e dalle nostre province partono circa 19 allarmi per sospette operazioni di riciclaggio effettuate con bonifici, assegni, contante, emissioni per l'estero. Esagerazione o eccesso di zelo da parte di chi invia a Roma il sospetto? No, la Uif certifica che ben il 79,5% delle segnalazioni ricevute e analizzate, sono da considerare a "rischio medio, alto ed elevato". Circa il 20%, cioè una su cinque, sono riconducibili a violazioni della regolarità fiscale e contributiva, cioè lavoro nero ed irregolare. Per la prima volta il Report contiene un paragrafo su "Truffe allo Stato in materia di contributi previdenziali" a danno di lavoratori.

Si registra poi un'enorme crescita - del 21% e del 30% - dei flussi di bonifici da e verso i paradisi fiscali: Parma è la prima per il "verso", Modena e Reggio lo sono per i bonifici "da".

I settori economici e imprenditoriali più coinvolti nelle segnalazioni di riciclaggio? Il Report Bankitalia elenca i principali: commercio, costruzioni, ristorazione, attività professionali, sanità e assistenza sociale privata. Cioè, i settori che quotidianamente anche il sindacato segnala per il lavoro irregolare e sfruttato. Allarmante, infine, la mappatura che riassume il capitolo sul sospetto finanziamento del terrorismo internazionale, dove le province del centro-Emilia sono troppo coinvolte (vedi sempre gli allegati).

Della relazione annuale Dia colpisce, invece, la lettura del capitoletto dedicato all'Emilia Romagna ed alle caratteristiche delle nostre mafiosità "realizzate attraverso partecipazioni a società frammentate, ovvero fittizie (…), subappalti e cessioni di forza lavoro". I nostri maxi processi confermano ed insegnano. Sconvolgente - e non dovrebbe esserlo solo per il sindacato - la novità del capitolo "accessi ai cantieri", cioè le ispezioni improvvise per scoprire la presenza "della criminalità organizzata nelle fasi di esecuzioni lavori". Accessi ispettivi che vedono i nostri cantieri regionali al primo posto in Italia col 28,3% delle imprese ed il 36% dei mezzi ispezionati. Il quadro imprenditoriale regionale preoccupante è confermato dal capitolo successivo della relazione Dia, sulle "interdittive antimafia", che colloca le imprese emiliano-romagnole al sesto posto nazionale, ma nel Settentrione e Centro seconde alla sola Lombardia.

Le citazioni preoccupanti da questi ultimi due autorevoli Report potrebbero proseguire, ma il nostro quadro è già abbastanza scuro e stimolante per spingere tutti i soggetti della nostra economia, imprese, istituzioni e professioni, ad azioni concrete e quotidiane nella prevenzione reale, senza limitarsi ai soli convegni. Il contrasto all’economia illegale deve essere quotidiano. Intanto, sollecitiamo l'analisi di questi ultimi dati in ogni nostro territorio, a partire dai tavoli provinciali sulla legalità e sicurezza: ce n'è abbastanza per riflessioni ed ipotesi di lavoro che coinvolgano l'intera rete delle rappresentanze territoriali.

Franco Zavatti (Cgil Modena), Coordinamento legalità Cgil Emilia Romagna