Dirigente del sindacato dei tessili dal 1945 al 1948 e del sindacato degli insegnanti elementari dal 1948 al 1955, la partigiana Gabriella è, dal 1958 al 1964, incaricata nazionale dei giovani nella Democrazia cristiana. Deputata dal 1968 al 1992, dal 29 luglio 1976 è ministra - la prima - del Lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti III. Dopo l’esperienza al ministero del lavoro, è nominata ministra della sanità nei governi Andreotti IV e V.

Nel 1981, nel corso della VIII legislatura, viene nominata presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli. Riceve nel 2009 il Premio Articolo 3 per il 2008 come “riconoscimento all’attività svolta durante tutta una vita spesa - anche a rischio della medesima - al servizio della libertà e dei valori di uguaglianza sanciti proprio dall’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale”.

Definita dai suoi compagni di partito la “Tina vagante” per la sua indipendenza e imprevedibilità, Tina Anselmi è una delle tante donne che hanno cambiato la storia del nostro Paese.

Le lotte di Tina Anselmi

Nel 1977 è tra i primi firmatari della legge italiana che apriva alla parità salariale e di trattamento nei luoghi di lavoro, nell’ottica di abolire le discriminazioni di genere fra uomo e donna.

Profondamente credente, impronterà la sua attività politica al principio della laicità firmando nel 1978 - perché questo imponeva la sua carica - la legge 194 nonostante le fortissime pressioni contrarie dalle gerarchie ecclesiastiche.

Sarà sempre lei, nello stesso anno, a firmare la legge istitutiva il Servizio sanitario nazionale e la Legge 180, altrimenti nota come legge Basaglia dal nome dello psichiatra che sul finire degli anni ’60 e durante tutti gli anni ’70, prima nel manicomio di Gorizia e poi in quello di Trieste, attuò lo scardinamento dei cancelli della psichiatria. 

Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, più volte proposta come auspicabile candidata alla Presidenza della Repubblica, Tina Anselmi morirà a Castelfranco Veneto il 1º novembre del 2016. Sono “profondamente colpito dalla scomparsa di Tina Anselmi, partigiana, parlamentare, ministro di grande prestigio - dirà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da Israele dove si trova per una visita di Stato - Ne ricordo il limpido impegno per la legalità e il bene comune”.

Quella volta a Brescia

Il 28 maggio del 1984 la partigiana Gabriella è a Brescia per commemorare la strage. Viene fischiata.
“I fischi - afferma sotto il palco dopo l’intervento - mi lasciano indifferente, anche se non me li aspettavo”.

“Non ricordo i fischi in piazza Loggia - ricorderà Manlio Milani, rappresentante dei familiari delle vittime- ma solo la sua umanità. Con lei partecipai a una serie di iniziative. Il ricordo più vivo? La sua straordinaria dolcezza. Un modo di porsi non da politica. Aveva la passione, ma allo stesso tempo aveva una straordinaria umanità che andava oltre a tutto il resto. Fu lei a misurare quanti uomini dentro lo Stato non facevano quello che istituzionalmente avrebbero dovuto fare. (…) Il suo passato riviveva attraverso la storia della manifestazione antifascista (…). Tutto come la sua vita, dove la politica era parte della sua umanità”.