Un evento storico: per la prima volta 5 mila tra delegati, attivisti e dirigenti della Cgil varcheranno le porte del Vaticano per essere ricevuti in udienza dal Papa. Un incontro che si concretizza a seguito della grande manifestazione per la pace del 5 novembre scorso a piazza San Giovanni a Roma, dove al fianco del sindacato hanno sfilato decine di associazioni - laiche e cattoliche - unite per dire no a tutte le guerre e per chiedere più diplomazia e meno armi nella risoluzione del conflitto in Ucraina.

 

Nessuno si salva da solo

Un evento molto partecipato che ha sancito la necessità di fare squadra. Di unire le forze sindacali e quelle associative e sociali del nostro Paese a favore del bene comune e dei più deboli. Ripartendo dalle persone, dai loro bisogni. Perché, come ripete spesso il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, “nessuno si salva da solo”.

Il percorso verso l’incontro in Vaticano non si esaurisce a questo. Il tema del lavoro - della dignità dei lavoratori - è sempre stato al centro di molti discorsi del Santo Padre. E così la condanna allo sfruttamento, alla precarietà, alle discriminazioni di genere, all’insicurezza nei luoghi di lavoro. Una battaglia che il principale sindacato italiano porta avanti quotidianamente in ogni angolo del Paese.

Lotta alle disuguaglianze

In una lunga intervista rilasciata domenica da Landini al quotidiano Avvenire le ragioni di questo confronto col Pontefice: “Nelle sue encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti abbiamo trovato una riflessione comune: questione ambientale e questione sociale sono strettamente connesse. E per affrontarle occorre cambiare il modello di sviluppo e promuovere una nuova fratellanza tra le persone, un nuovo rapporto tra l’uomo e la natura”.

Siamo un sindacato, continua Landini, “che ha l’ambizione di essere un soggetto di trasformazione della società e quindi sentiamo particolarmente consonanti le parole del Papa che invitano a costruire una vera e propria rivoluzione, anche culturale, in termini di valori e di azione. Lottando contro le diseguaglianze, mettendo al centro le persone e il lavoro dignitoso, un’economia non fondata solo sul profitto. E, a unire tutti questi temi, un impegno forte, prioritario, per affermare la pace e superare la logica stessa della guerra”.

Guerra e pace

Al centro dell’incontro la situazione drammatica in Ucraina. “Noi non siamo mai stati neutrali”, sottolinea Landini “siamo stati fin dall’inizio contro la guerra, contro chi l’ha scatenata, la Russia, e dalla parte di chi è stato aggredito: gli ucraini. E a loro abbiamo fornito aiuti umanitari, abbiamo accolto le donne e i bambini che scappavano dai bombardamenti".

Il segretario generale Cgil evidenzia che "oggi non riusciamo a vedere ancora la conclusione della guerra, mentre si fa purtroppo più concreto il pericolo di un allargamento del conflitto, fino allo scenario peggiore: quello di uno scontro nucleare. Ora c’è bisogno di un cessate il fuoco, di una tregua per il Natale cattolico e ortodosso come ha proposto Andrea Riccardi, di aprire un vero negoziato di pace”.

Il lavoro e la sua dignità

Il lavoro come strumento fondamentale per la realizzazione della persona, per il segretario generale della Cgil è questo l’obiettivo. “Ma oggi purtroppo il lavoro è precario e non di rado chi lavora è comunque povero, è aumentato lo sfruttamento, manca la sicurezza tanto che si continua a morire in maniera tragica e scandalosa”.

Anche l’impresa deve fare la propria parte, “ripensarsi come luogo nel quale imprenditore e lavoratori possano discutere e realizzare accordi non solo su salari e orari ma anche su ciò che fanno e di come lo fanno, con quale sostenibilità ambientale, sociale. I lavoratori devono avere il diritto di essere informati preventivamente sulle scelte d'investimento e su queste poter esprimere un parere, poter partecipare alla fase decisionale, visto che tutto ciò riguarda anche le condizioni e il futuro degli stessi lavoratori”.

L'etica della persona

Se sul lavoro, la pace, la fratellanza, la solidarietà l’intenti sono comuni, diverso è il pensiero sui temi etici, a partire dall’aborto. Landini, nel corso dell’intervista, sottolinea che la Cgil “non ha mai promosso l’aborto, che rimane un passaggio doloroso e traumatico nella vita di qualsiasi donna. Semmai ha sempre tutelato la salute e la sicurezza delle donne che possono decidere di non portare a termine una gravidanza per diversi motivi. Anche perché l’alternativa è il rischio che si torni agli aborti clandestini, con la morte di migliaia di donne. Per questo noi chiediamo d'investire sulla prevenzione delle cosiddette gravidanze indesiderate attraverso una corretta educazione alla sessualità e il potenziamento dei consultori”.

Altri temi etici sono eutanasia e suicidio assistito. Qui “non c’è una posizione formale della Cgil. È un tema sul quale mi interrogo. Certo, occorre anche ascoltare chi vive una condizione di sofferenza insopportabile. Credo sia fondamentale su temi di questa natura e portata l’apertura e la disponibilità all’ascolto reciproco”.