Le grandi transizioni ambientale e digitale riguardano tutti i settori. Per affrontare questo cambiamento servirebbero nuove politiche industriali e di sviluppo, tuttavia l’Italia nel 2020, secondo i dati Eurostat, ha investito in ricerca solo l’1,47% del Pil, a fronte di una media europea del 2,3%.

Tuttavia, un cambio di passo non è più rinviabile, soprattutto nella transizione ambientale: secondo un’analisi della Nasa, nel 2021 le temperature medie della Terra sono state di 0,85 gradi superiori al periodo 1951-1980. Nel complesso, gli ultimi otto anni sono gli anni stati i più caldi dal 1880, senza considerare il 2022, che potrebbe battere nuovi record. 

C’è poi la transizione digitale, dove se è vero che nel 2022 l’indice annuale di digitalizzazione dell'economia e della società mostra un’Italia in crescita, resta un gap importante: il nostro Paese si trova al 18esimo posto nell'Unione con un punteggio di 49,3 rispetto alla media di 52,3. C’è poi l’energia, una situazione che sta diventando insostenibile. Secondo un rapporto del Ministero della transizione ecologica la quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda è aumentata dal 73,5% del 2020 al 74,9% del 2021, mentre le fonti rinnovabili incidono sui consumi finali lordi intorno al 19% nel 2021, un dato inferiore rispetto a quello del 2020.

E tutto questo mentre stiamo vivendo un’impennata dei prezzi che nel corso del 2021 ha visto il costo dell’energia elettrica passare da 20 a 130 euro megawattora, arrivando a sfiorare i 700 euro nel 2022.