L'incremento ormai fuori controllo del costo del gas interroga la campagna elettorale in corso e allarma il mondo imprenditoriale locale. Una problematica su cui la Cgil e Federconsumatori in Emilia Romagna hanno posto da mesi l'accento, chiedendo un maggior protagonismo della politica a tutti i livelli. Non è però paventando licenziamenti di massa che si risolve una situazione che travalica i confini nazionali.

"Credo sia fuori luogo parlare di chiusure e licenziamenti: così si aumenta solo il rischio esplosione di una rabbia sociale che già è presente nel nostro Paese - dichiara Cristian Sesena, segretario generale della Cgil Reggio Emilia -. Nel dibattito sul caro energia nessuno cita la necessità di aumentare salari e pensioni per permettere a lavoratori e pensionati di reggere almeno in parte l'onda d'urto degli aumenti. È necessario poi riprendere con serietà e radicalità la partita della tassazione degli extra-profitti dei player del mercato dell'energia e destinare il maggior gettito alla calmierazione dei prezzi".

Una partita che si gioca sicuramente sul piano nazionale ma che non esime il territorio dal fare la sua parte: "Abbiamo a più riprese sollecitato la Provincia a convocare il tavolo per il lavoro previsto dal patto sottoscritto solo pochi mesi fa con tutte le parti sociali. Riteniamo quella la sede più idonea per affrontare i problemi dei lavoratori e delle aziende” conclude Sesena, commentando l'idea di Confcommercio di far pubblicare ai propri associati la copia delle bollette per testimoniare il salasso che le stesse stanno subendo.

"Si preparino - infine - ad avere clienti che esibiranno le loro bollette domestiche chiedendo sconti e rateizzazioni".