I bagliori della guerra che imperversa in Ucraina. La crisi climatica, senza pioggia e con tanta siccità. L'inflazione che galoppa. E poi ancora la pandemia sanitaria, con il covid che rialza la testa, e quella del lavoro, con Inps e Istat che certificano ogni giorno che il lavoro è ormai quasi solo precario, quando c’è: abbiamo ormai il peggiore dei record della nostra storia, quello con la più alta percentuale di contratti a termine. Non è pessimismo: è la voce della realtà. 

Proprio quella da cui spesso sembra allontanarsi parte della nostra classe politica, la stessa che poi magari si sorprende quando le persone non votano o premiano i populismi. 

Insomma: assistiamo a un’altra crisi al buio, balneare – di quelle che abbiamo spesso già visto nel passato – ma stavolta con più caldo e i prezzi che esplodono. Siamo un po’ tutti increduli, appesi al prossimo mercoledì quando Draghi, “rinviato” da Mattarella, parlerà alle Camere. E mentre dalla tavolozza parlamentare spuntano tutte le ipotesi possibili, il paese aspetta risposte immediate a un’emergenza non più rinviabile, che era poi il tema portato al primo ministro dai sindacati nell’incontro del 12 luglio scorso a Palazzo Chigi.

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Dal governo nessuna risposta

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In questa situazione che lascia un po’ tutti sconcertati, dunque, la Cgil, con una nota della segreteria, non ha dubbi: “C'è bisogno di un governo nel pieno delle sue funzioni”. Non azzoppato, non claudicante o poco autorevole, perché, si legge ancora, “la situazione che attraversa il Paese, l’Europa e il mondo è di straordinaria complessità. La pandemia e la guerra hanno fatto esplodere disuguaglianze, ingiustizia sociale e reso evidenti tutte le fragilità di un sistema globale che ha messo ai margini i diritti delle persone e dell'ambiente ponendo al centro le ragioni della finanza e del profitto”. 

E poiché “una parte sempre più consistente del Paese non ce la fa più ad arrivare alla fine del mese”, l’emergenza sociale va affrontata subito: “C’è bisogno di risposte immediate a partire dal mese di luglio e con interventi strutturali”. I temi stanno lì, nella loro evidenza: “Crisi energetica, superamento della precarietà, strumenti fiscali per tutelare i salari e le pensioni dall’aumento dell’inflazione, salario minimo e legge sulla rappresentanza, rinnovo dei contratti, politiche industriali, scuola, sanità, una vera riforma fiscale, pensioni, politiche dell’abitare, vecchie e nuove povertà”. 

Tutelare subito la parte più fragile nel paese, ma senza decisionismi unilaterali bensì, ribadisce la segreteria di Corso d’Italia, "con un confronto per dare risposte urgenti e concrete al mondo del lavoro e ai pensionati, avviare serie riforme strutturali e dare piena realizzazione al Pnrr”. 

La Cgil come da tradizione si dice rispettosa “delle soluzioni che il Parlamento dovrà individuare ma ribadiamo con forza che la crisi sociale deve essere la priorità che tutti devono avere presente. Non è il momento di indebolire il Paese e bloccare le riforme”.