È un compleanno reso triste dai venti di guerra che spirano in Europa, dalla scomparsa pochi giorni fa del presidente emerito Carlo Smuraglia, questo settantottesimo anniversario dell'Anpi.

Un compleanno che, però, vogliamo e dobbiamo onorare perché, mai come oggi, sentiamo il bisogno di una casa, di una bandiera - quella dell’antifascismo - nella quale continuare a riunirci, a riconoscerci.

Partigiani d’Italia! - recitava il 26 settembre 1944 il primo appello dell’Associazione - Mentre gli Eserciti Alleati affrontano vittoriosamente l’ultima fase della lotta contro il nazismo, le forze partigiane d’Italia continuano a coprirsi di gloria riscattando a prezzi di sacrifici di sangue il buon nome e l’avvenire del nostro Paese. La fiamma ideale che ha sorretto gli intrepidi pionieri dell’Italia Democratica non deve disperdersi con la liberazione del territorio nazionale: deposte le armi i loro compiti non sono finiti. La stretta comunione di intenti e di opere che li ha animati nell’azione militare, deve perpetuarsi nell’attività civile. Non il baratto del sacrificio con privilegi e prebende deve essere il fine, ma - come si addice alle forze più sane e vigorose dell’antifascismo italiano - la difesa e la ricostruzione della Patria. È tempo che un unico sodalizio avvolga ed assista con solidarietà fraterna tutti i reduci della guerra partigiana, rigorosamente scrutinati da organi ufficiali, perché sui genuini combattenti non ricada il discredito delle false etichette e delle inconfondibili speculazioni, ed è ben giusto che ne prendano iniziativa i centri politico-militari che han guidato la lotta in periodo clandestino. Il Comitato centrale di L.N., che già durante la sanguinosa vigilia ha unificato con una giunta militare, espressa dal suo seno, le bande ed i gruppi d’azione antinazisti nel Corpo Volontari della Libertà, rivendica l’onore di promuovere la fondazione della grande famiglia partigiana. A tale scopo fa appello a tutti i partigiani d’Italia, di provenienze civili, militari e senza distinzione di partito politico, affinché si uniscano nella Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, unico organo di raccolta, di rappresentanza e di assistenza, dei Volontari della Libertà. Nell’ANPI essi eleggeranno liberamente, con metodo democratico, i propri dirigenti. I Comitati Provinciali di L.N. sono frattanto invitati a promuovere la costituzione delle sezioni locali dell’Associazione. Partigiani d’Italia! Voi che, compiuto ormai l’eroico dovere militare, guardate con legittima ansia il difficile presente; e voi anche che, ancora impegnati nell’aspra e sanguinosa lotta oltre la Linea Gotica, raccogliete attraverso lettere la commossa voce della Patria, apprestatevi a rinsaldare le vostre schiere per difendere negli ardui compiti della vita civile quegli stessi ideali che vi hanno infiammati nella lotta armata. Viva la libertà! Viva la Democrazia! Viva l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia! – II Comitato centrale di Liberazione Nazionale.

“Chiamatemi ex politica - diceva Lidia Menapace - ex parlamentare, ex insegnante, ma non chiamatemi mai ex partigiana. Perché io partigiana lo sarò per sempre”.

“Teniamoci forte, perché siamo forti. Siamo l’antifascismo: il cuore democratico del nostro Paese”, così Carla Nespolo concludeva il suo intervento al Consiglio nazionale dell’Anpi del 5 novembre 2017 che la nominava segretaria. 

“Il modo giusto per strappare tanti giovani alle suggestioni nazi-fasciste - diceva - al mito della violenza e del razzismo è la conoscenza. Non ce n’è un altro. Lo diceva Gramsci. (…) E lo diceva Don Milani, quando sottolineava: “l’operaio conosce cento parole, il suo padrone ne conosce mille e riesce ad ingannarlo”. E allora la scuola, la cultura, la conoscenza, la formazione delle giovani generazioni sono indispensabili. Chi si ricorda, ad esempio, che l’Europa, l’idea stessa di Europa, l’Europa come l’abbiamo voluta noi, come la sogniamo noi è nata a Ventotene da quegli antifascisti al confino che si chiamavano: Spinelli, Rossi, Colorni, Ursula Hirschmann, ecc. Chi lo sa? Tocca a noi, ancora una volta, ricordarlo. Per contrastare una situazione che nasce - scusatemi la semplificazione - dal fatto che l’Europa dei mercati ha vinto sul sogno dell’Europa dei popoli. E allora ecco che può succedere che governi europei in cui comunque le regole democratiche vigono, possano tranquillamente intrattenere relazioni (…) con Paesi come la Polonia, l’Ungheria, in cui vengono soppresse libertà democratiche fondamentali, intrattenere relazioni con quella Ucraina che ha nel proprio governo dei dichiarati filo-nazisti e che addirittura in queste settimane, in questi mesi, sta erigendo a eroi nazionali dei nazisti. No. Bisogna cambiare strada. Bisogna alzare forte la nostra voce contro questa situazione. E lo facciamo. E lo faremo. Ma c’è un altro rischio che molti interventi hanno sottolineato ed è quello dell’indifferenza. Va bene, abbiamo una strada intitolata ad Almirante? Ne intitoliamo una a Pertini e abbiamo risolto il problema. Non vogliamo togliere la cittadinanza a Mussolini? Gliene diamo un’altra, che so, a Terracini e siamo a posto. No, non è così che funziona. Non può̀ funzionare così. Né per i Sindaci, né per i Prefetti, né per alcune Istituzioni che così si comportano. L’Istituzione faccia la sua parte e non dimentichi che la Costituzione italiana non è a-fascista, la Costituzione italiana è anti-fascista”.

Una Costituzione che, a partire dalla pace, dal lavoro, dal diritto alla salute e all’istruzione, continueremo a proteggere. 

Con la consapevolezza di servire una cosa grande una causa giusta.

Con i compagni di sempre.

Buon compleanno, Anpi.

La Resistenza è stata sogno, sacrificio, utopie, vittorie, sconfitte, perdite; giorni belli e giorni difficili.
Ma abbiamo resistito e abbiamo vinto. Dunque, vincere si può, anche approfittando di un giorno di festa, per trovare la gioia di stare insieme e provare, insieme, a costruire un futuro migliore: una società più giusta ed equa, dove ci sia più libertà, più uguaglianza, più lavoro, più dignità, per tutti.
È un sogno? Ma i sogni si avverano se si sanno compiere le scelte e se si sa gettare tutti se stessi verso l'obiettivo.
In fondo, è ciò che volevano i Resistenti, è ciò che volevano i nostri caduti.
In loro nome e per i nostri giovani, prendiamo in mano il nostro futuro e rinnoviamo l'Italia, diffondiamo l'idea della pace, della solidarietà; e questo sarà il frutto migliore di un giorno come questo. Avere saputo cantare e ridere, insieme, pensando che il mondo si può cambiare, si deve cambiare, se lo vogliamo fino in fondo e ci impegniamo a rispettare il lascito dei caduti per la libertà.
Spesso, per concludere un discorso, si citano frasi celebri, di poeti, scrittori o caduti. Lasciatemi oggi concludere con una frase pronunciata dal presidente Mattarella a Varallo Sesia, che ho trovato bellissima: “È sempre tempo di resistenza!” (C. Smuraglia)