Ha denunciato ai carabinieri quello che stava accadendo al Pio Albergo Trivulzio, la più grande residenza sanitaria assistenziale per anziani di Milano, e poi anche ai giornali, perché facessero da cassa di risonanza: la mancata distribuzione dei dispositivi di protezione individuale e una gestione del controllo del contagio non accurata e poco corretta. Da quella denuncia è partito l’uragano che ha scoperchiato la drammatica realtà che si stava vivendo nelle case di riposo in Lombardia. Piero La Grassa, infermiere, tecnico di farmacia al Pio da più di vent’anni, delegato sindacale, ha visto morire 430 pazienti sui 1.200 ricoverati, molti altri sono andati a casa e non li ha mai visti ritornare. Il 16 giugno manifesta a Milano con colleghi e parenti delle vittime davanti al palazzo della Regione Lombardia, nella prima delle tre iniziative organizzate da Cgil Cisl e Uil, insieme alle categorie della Funzione pubblica e dei pensionati, per chiedere un confronto per un nuovo patto sulla sanità.

“Non voglio sembrare sentimentale ma con molte di queste persone avevamo un rapporto ventennale, e adesso le abbiamo perse - racconta a Collettiva -. In questa emergenza è stato deciso che gli anziani potevano essere sacrificati, che erano il danno minore. E così non li hanno protetti, come non hanno protetto i lavoratori”. Tra i dipendenti del Pio Albergo Trivulzio si sono ammalati in 280, alcuni sono finiti in terapia intensiva, tutti per fortuna guariti. Ma i controlli con tampone e analisi sierologica sono scattati tardivamente. “Noi eravamo a contatto diretto con i pazienti, tutti i giorni, ma non c’erano controlli se non la misurazione della temperatura all’ingresso. Abbiamo capito che il virus lo abbiamo portato noi nelle Rsa. Io arrivavo da casa, ma non avevo l’obbligo di mettere la mascherina”.

Al Pio Albergo Trivulzio, nel frattempo finito al centro di un’inchiesta della procura di Milano, il dramma Covid ha assunto proporzioni inimmaginabili. I parenti delle vittime, nel video la testimonianza di Fabio Scottà che ha perso sua madre il 20 aprile scorso, si sono organizzati in un comitato per avviare una battaglia per conoscere la verità e avere giustizia. L’obiettivo è dare impulso a una nuova cultura della vecchiaia e riformare le strutture residenziali che al momento hanno come unico scopo quello di massimizzare i profitti. Tuttora gli ospiti del Pio Albergo Trivulzio sono isolati dal resto del mondo, non vedono i loro familiari da mesi, si sentono soli, e in molti casi sono caduti in depressione. “Per gli anziani è una mazzata non da poco, non capiscono perché i parenti non vengono a trovarli – conclude La Grassa -. Possibile che all’interno della struttura non si riesca a gestire l’emergenza e a creare percorsi di entrata e di uscita in sicurezza?”.


(Testimonianze video raccolte da Tiziana Altea e Angela Amarante) 

 

In piazza anche lo Spi per non dimenticare, per chiedere giustizia e per cambiare un modello sanitario fallimentare. Oltre 6mila anziani morti nelle Rsa della Lombardia. "Una strage che poteva e doveva essere evitata", dice il sindacato dei pensionati della Cgil