L’8 marzo dell’Inca passa anche per la storia di una donna italiana, emigrata qualche anno fa in Francia con il marito e suo figlio. Una lunga storia di violenza domestica subita dalla moglie per mano del marito. Iniziata in Italia e diventata ancora più grave in Francia, dove la donna non conosceva la lingua, la legislazione e non aveva rapporti con nessuno. “È stata una signora italiana a consigliarle di rivolgersi all’Inca Cgil in Francia – ci ha raccontato Moulay El Akkioui, coordinatore dell’Inca Francia –. Questa donna è venuta nei nostri uffici e ci ha raccontato la sua storia. L’Inca in Francia c’è da 66 anni e attraverso un rapporto di collaborazione strettissimo costruito nel tempo con la Cgt, il sindacato francese, abbiamo legami con tanti soggetti che ci permettono di andare oltre l’attività convenzionata con il ministero che riguarda l’assistenza previdenziale e l’assistenza sociale”.

“La signora aveva paura che denunciando le violenze e il marito avrebbe perso il suo bambino. Perché questa era la minaccia che le rivolgevano continuamente l’uomo e sua madre, la suocera: ‘se denunci gli assistenti sociali te lo porteranno via’. Noi l’abbiamo rassicurata, le abbiamo spiegato che non sarebbe successo e ci siamo attivati con le nostre reti sociali. In poco tempo i servizi sociali francesi hanno dato alla donna tutto il sostegno di cui aveva bisogno per liberarsi dalle violenze. Un alloggio per lei e per il figlio, il vitto, i vestiti e la formazione necessaria per imparare la lingua e un mestiere. Le hanno trovato un lavoro cosicché potesse lavorare e seguire i corsi di formazione”.

“L’Inca – ci ha raccontato Moulay El Akkioui con orgoglio – è diventata la sua famiglia, il suo punto di riferimento. Finito il corso alla donna è stato offerto un lavoro. Oggi è rinata, è realizzata, lavora e suo figlio va a scuola, mentre il marito è stato denunciato e condannato”.

“L’attività dell’Inca all’estero ovviamente garantisce il servizio di assistenza previdenziale e sociale, ma fa anche molto altro. Perché le esigenze degli italiani all’estero sono più complesse. Il patronato è il punto di riferimento per i cittadini e copre una serie di ambiti che vanno dal diritto del lavoro alla violenza contro le donne, dai problemi dei minori allo sfruttamento, dalla sicurezza sul lavoro all’integrazione. Tutto passa da noi. Per l’Inca e la Cgil è motivo di grande orgoglio riuscire a rispondere a tutti”.

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