Sono 676 milioni le donne e le ragazze che vivono oggi in zone di guerra, il livello più alto registrato dagli anni Novanta. Nel 2024 sono state 64 milioni in più le donne moderatamente o gravemente insicure dal punto di vista alimentare rispetto agli uomini adulti.

L’allarme Onu

Il rapporto Gender Snapshot 2025, pubblicato da Un Women e dal dipartimento per gli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite, lancia l’allarme: nel mondo si rischia che vengano cancellati i passi in avanti sull'uguaglianza di genere conquistati con difficoltà in questi anni.

E fa una previsione: se gli attacchi ai diritti delle donne, la riduzione del loro spazio civico e il crescente disinvestimento nelle iniziative per l'uguaglianza continueranno, nel 2030 avremo 351 milioni di donne e ragazze ancora in condizioni di estrema povertà. Mancano cinque anni alla data in cui gli Obiettivi dell’Agenda Onu per lo Sviluppo sostenibile dovranno essere centrati, ma siamo ancora molto indietro.

Il gap in Italia

Anche in Italia. Da noi il divario di genere è marcato: siamo all’87esimo posto su 146 nell’ultimo Global gender gap report e sebbene tra il 2010 e il 2023 il Goal 5 abbia registrato miglioramenti consistenti, alcuni aspetti restano critici. Tra i risultati positivi c’è l’aumento delle donne con un titolo terziario in discipline Stem, cioè scienza, ingegneria, tecnologia, matematica (più 3,6 punti percentuali tra il 2012 e il 2021) e la crescita delle elette nei consigli regionali (più 10,2 punti).

Tuttavia, continuano a esserci ampie disparità territoriali, con le regioni del Sud che si posizionano più in basso rispetto a quelle del Centro-Nord. Stando ai trend attuali, al 2026 non riusciremo a ridurre a meno di 10 punti percentuali il divario occupazionale tra donne con figli piccoli e donne senza figli, e quello di dimezzare entro il 2030 il divario occupazionale di genere rispetto al 2019.

Un fallimento dai costi immensi

Il rapporto Gender Snapshot 2025 sottolinea inoltre che i costi del fallimento sono immensi, ma lo sono anche i guadagni. “Un’azione accelerata e interventi focalizzati su assistenza, istruzione, economia verde, mercati del lavoro e protezione sociale – ha dichiarato Li Junhua, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari economici e sociali - potrebbero ridurre di 110 milioni il numero di donne e ragazze in povertà estrema entro il 2050, generando un ritorno economico cumulativo stimato in circa 342 mila miliardi di dollari”.

Il rapporto, che si basa su oltre cento fonti di dati e monitora i progressi in tutti i 17 Obiettivi di Sviluppo sostenibile sarà al centro dei lavori del vertice dei leader mondiali in programma a New York il 22 settembre in occasione dei 30 anni dalla Dichiarazione e dalla Piattaforma d'azione di Pechino, che ha l'obiettivo di fornire un chiaro percorso verso i diritti, l'uguaglianza e l'emancipazione di tutte le donne e le ragazze.