Il Marocco e la sua popolazione in ginocchio dopo il potente sisma del 9 settembre. Oltre 2.500 morti, almeno 2.400 feriti, villaggi e paesi sull’Atlante interamente distrutti. Secondo l'Onu sono più di 300 mila le persone interessate e il conto delle vittime e dei danni rimane ancora provvisorio. 

“Un disastro inimmaginabile”, ci dice Fatima Hassani dall’Inca Cgil di Casablanca, città che non è stata colpita dalle scosse, ma dalla quale l’Istituto nazionale confederale di assistenza sta organizzando, con altre associazioni, le iniziative di intervento e solidarietà per le persone terremotate e che hanno subito la perdita dei parenti e delle loro abitazioni
“Si continua a scavare a mani nude tra le macerie alla ricerca di superstiti - racconta Hassani -, perché ancora i soccorsi non sono riusciti a raggiungere tutte le zone di montagna devastate dal sisma”. La zona è geograficamente impervia ed è difficile percorrere le strade che portano sull’Atlante, a maggior ragione dopo la devastazione dovuta al terremoto. Discorso diverso per città come Marrakech e Agadir, anch’esse fortemente colpite, ma situate in zone dove gli interventi di soccorso hanno potuto essere tempestivi. 

La tragedia si abbatte inoltre su di un Paese dove la povertà incide fortemente su una notevole percentuale della popolazione: “Con questa tragedia emerge una realtà di povertà che non si può nascondere", dice Fatima Hassani, raccontandoci poi della mobilitazione solidale scattata subito dopo il terremoto, con squadre di cittadini in partenza dalle diverse località per prestare aiuto nelle zone martoriate, portando inoltre coperte, tende e viveri. Non manca nemmeno la raccolta di fondi effettuata dalle diverse associazioni.

E dall'Italia, da sempre terra di immigrazione delle genti del Marocco, anche il sindacato assicura la volontà di non lasciare sole le vittime del sisma, con la Flai Cgil che "si stringe attorno alla popolazione, colpita dal terremoto più devastante mai registrato nel Paese". "Siamo vicini alla comunità delle lavoratrici e dei lavoratori marocchini in Italia - si legge in un comunicato, nel quale si ricorda che "nel comparto agricolo sono la prima comunità straniera, con 34mila lavoratori a tempo determinato, di cui cinquemila donne, che svolgono un complesso di 3,4 milioni di giornate lavorative".

"La Flai Cgil piange le vittime del terremoto e abbraccia i lavoratori presenti nel nostro Paese che sono in ansia per i loro familiari, vivendo anch'essi un autentico dramma, saremo loro vicino anche con aiuti concreti. Nel segno di una solidarietà - conclude - che è patrimonio comune dell'intero sindacato, perché l'unione è la nostra forza e non lasceremo solo nessuno".